by Redazione | 21 Novembre 2023 13:15
Parlarsi si parlano, ma per ora è un dialogo tra sordi. Governo e compagnie aeree non sono riusciti a trovare un’intesa sul caro voli nel tavolo tecnico di confronto sul trasporto aereo, organizzato ieri dal ministro delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), Adolfo Urso, e dal viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Galeazzo Bignami. Hanno risposto presente all’appello Ita, Ryanair, Malta Air, Aeroitalia, easyJet, Wizz Air, Neos, Sky Alps, Volotea, Iata, Aicalf, Ibar, Assaeroporti, Aeroporti 2030, Assoclearance, Assohandlers, Art, Enac, Enav, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Rfi, Conftrasporto, Federtrasporto e Fto.
Intanto, sembra in parte risolto il caso Sicilia[1], con l’Antitrust che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe pronto ad archiviare l’indagine[2] relativa al caro voli sull’isola. Un fatto che «sarebbe gravissimo», tuona il Codacons. Mentre l’esecutivo, riferisce Il Corriere della Sera, ha spostato il mirino su un aumento delle rotte in Italia, soprattutto verso Sicilia e Sardegna, senza perdere ovviamente d’occhio le tariffe. La trattativa però stenta a decollare, perché in cambio i vettori chiedono che non ci sia alcuna interferenza sui prezzi e una riduzione dei costi, tasse in primis. E sì che nei giorni scorsi le associazioni dei consumatori avevano denunciato rincari cospicui dei voli per le Isole, in vista del Natale, con punte del 78% rispetto a inizio di novembre.
Quindi, il problema dal punto di vista generale resta eccome e il tavolo è ripartito dall’esame dei temi già affrontati a settembre: trasparenza degli incentivi aeroportuali ai vettori e, appunto, i costi elevati dei biglietti. Quindi l’analisi della crescita del settore e le novità introdotte dal decreto Asset[3].
«È in atto una crescita significativa del settore del trasporto aereo in Italia – ha sottolineato Urso in una nota – come confermano i dati record sui passeggeri o l’aumento del numero dei voli e delle rotte. Siamo il mercato che più cresce in Europa e che quindi ha bisogno di maggiori tutele per quanto riguarda il diritto dei consumatori ad avere tariffe ragionevoli. L’Italia ha individuato la rotta con il recente decreto Asset che conferisce nuovi poteri alle autorità di controllo e la stessa commissione Ue conferma le nostre valutazioni attivando un’indagine sull’aumento anomalo delle tariffe riscontrato a livello europeo».
Il caro voli? Non è questo il problema italiano, secondo il direttore commerciale di Ryanair, Jason McGuinness: «Ma la mancanza di posti – scrive il Quotidiano Nazionale – Per garantire tariffe basse bisogna ridurre i costi che ci sono per le compagnie, ma questo purtroppo non sta avvenendo. L’Italia non è competitiva e il governo deve rendersi conto di questo, non c’entra l’algoritmo. Va abolita l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco».
Alla compagnia irlandese ha replicato il presidente Fto, Franco Gattinoni: «Siamo intervenuti per ribadire la centralità del turismo organizzato che ha un ruolo chiave, ad esempio, nell’attrarre viaggiatori dai Paesi extra Ue. Dobbiamo poter contare sull’efficienza e la fluidità del mercato domestico dei voli, a prezzi ragionevoli. Cosa che oggi è impedita da alcuni vettori, in particolare alcune low cost. Nel caso specifico di Ryanair – ha proseguito Gattinoni – la compagnia deve eliminare la procedura discriminatoria del riconoscimento facciale e togliere gli ostacoli che non consentono alle agenzie di viaggi di utilizzare i voli esistenti. Certe procedure non consentono alla filiera di lavorare, finiscono per danneggiare le imprese e tutto il comparto turistico, compromettendo la sana concorrenza e comprimendo i diritti dei passeggeri».
Secondo le statistiche di Assaeroporti, intanto, il numero di passeggeri transitati dagli aeroporti italiani è in forte aumento: oltre 21 milioni ad agosto 2023 (+3,7% sul 2019, oltre il +10% sul 2022) e quasi 20 milioni a settembre 2023 (+4,8% sul 2019, oltre il +9% sul 2022). Superati pertanto i livelli pre-pandemici del 2019, anno record per l’aviazione italiana. Secondo i dati Enav cresce anche il traffico aereo, che nei primi mesi dell’anno ha registrato un +11% rispetto allo stesso periodo del 2022 e un +4% rispetto al 2019.
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