by Redazione | 17 Settembre 2020 11:26
L’Italia rischia di rimanere il Paese europeo con la normativa fiscale meno attraente per i turisti internazionali che, non appena sarà possibile, decideranno di tornare a viaggiare nel Vecchio Continente. A dirlo è Global Blue Italia, società che opera nell’ambito del tax free shopping e che ribadisce come il nostro Paese resti “immobile mentre gli altri vicini competitor mettono in atto politiche fiscali sempre più attrattive”.
“Che questo sia un ambito strategico per il rilancio dell’economia legata al turismo lo dimostra anche la recente decisione presa dalla Francia – spiega Global Blue Italia – Il governo transalpino ha annunciato che dal 1° gennaio 2021 sarà possibile per i viaggiatori extra Ue chiedere il rimborso dell’Iva per acquisti personali da 100 euro in su, abbassando notevolmente la vecchia soglia ferma da anni a 175 euro. Un’importante svolta proveniente dal Paese che, finora, aveva il limite più alto di tutta Europa, primato che ora passa all’Italia”, dove dal 1993 per poter avere il rimborso dell’Iva i turisti devono spendere per ogni acquisto almeno 154,95 euro, le vecchie 300mila lire.
«L’Italia non può permettersi di non intervenire, soprattutto in un momento storico nel quale registriamo un crollo del settore del 90% rispetto allo scorso anno e nel quale lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha sottolineato come si pone, su diversi fronti, un serio problema di competitività tra ordinamenti giuridici dell’Unione europea» ha dichiarato Stefano Rizzi, country manager di Global Blue Italia.
«Senza correttivi è molto probabile che il turista cinese, americano, australiano, quando tornerà a viaggiare e fare shopping in Europa, acquisterà la borsa, l’orologio, le scarpe tanto desiderate in Spagna, Francia o Germania, invece di farlo in Italia. Così facendo, il danno economico si ripercuoterà principalmente sui piccoli artigiani, già in grande difficoltà a causa della crisi che stiamo attraversando, i cui prodotti, eccellenza del made in Italy, avranno ancora meno possibilità di essere venduti» ha sottolineato Rizzi.
«Lo shopping è diventato un elemento in grado di influenzare e indirizzare un viaggiatore a preferire un Paese piuttosto che un altro. Dove fare acquisti, cosa comprare, quanto spendere viene sempre più spesso pianificato prima della partenza, prevedendo di dedicare a questa attività diverse ore se non alcuni giorni del programma di viaggio: sono dinamiche cruciali per la competitività di un Paese che non possono più essere ignorate. Ancora una volta chiediamo a Parlamento e governo, in particolare ai ministeri dell’Economia e del Turismo guidati da Roberto Gualtieri e Dario Franceschini, di non sottovalutare il peso e l’importanza del settore imprenditoriale legato al turismo internazionale».
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