by Redazione | 28 Maggio 2024 15:03
Nella accesa polemica innescata dal nuovo sciopero nazionale dei tassisti proclamato per il 5 e 6 giugno prossimi, interviene con una nota il segretario nazionale di Uiltrasporti, Marco Verzari, che puntualizza: «Svolgere il proprio lavoro e assicurare un servizio di pubblica utilità in un quadro normativo incerto e anacronistico, è questa la vera vergogna nazionale a cui i tassisti italiani sono costretti a sottostare ormai da troppo tempo. E al contrario di quanto voglia far emergere una certa parte della politica che continua a strumentalizzare la questione senza affrontare il problema alla radice – chiarisce dal suo punto di vista Verzari – lo sciopero non è contro l’aumento delle licenze, operazione che crediamo invece necessaria, bensì contro la mancata volontà da parte di governo e istituzioni di aggiornare e definire un quadro regolatorio divenuto ormai superato e ingestibile».
Dichiarazioni che cercano di riportare la polemica sui binari di una dialettica tra le parti, rivendicando il ruolo di pubblica utilità dei taxi: «I tassisti che lavorano all’interno del perimetro del trasporto pubblico locale non di linea e svolgono quindi un servizio di pubblica utilità con tariffa controllata, con obbligo di servizio e turni assegnati – prosegue il segretario generale di Uiltrasporti – sono costretti a sopportare l’abusivismo sfrenato di chi, con autorizzazioni rilasciate da Comuni piccoli e spesso lontani, opera senza controllo nelle maggiori città italiane ad alto interesse turistico ed economico. Una stortura che impedisce anche alle amministrazioni locali di programmare correttamente gli organici in funzione delle proprie necessità».
«Prima di chiedere dunque la liberalizzazione del mercato senza regole, con il rischio di aggravare le storture del sistema e portare a nuove forme di sfruttamento – conclude Verzari – è necessario che si riapra il confronto per poter finalmente portare a conclusione il percorso di aggiornamento della legge 21/92, e la stesura di testi condivisi dei due decreti attuativi sul foglio elettronico e sul registro nazionale elettronico e il dpcm sulle piattaforme elettroniche. Tutto questo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche dell’utenza stessa».
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