Tedeschi contro le vacanze in Italia: “Sono uno choc”

Tedeschi contro le vacanze in Italia: “Sono uno choc”
06 Agosto 16:18 2024 Stampa questo articolo

Puntuale come un orologio svizzero, arriva un nuovo capitolo del linciaggio mediatico che la stampa tedesca sistematicamente, guarda caso nel periodo estivo, lancia contro il turismo italiano: stavolta è il noto e popolare Der Spiegel che ospita un lungo articolo al vetriolo di  Frank Hornig – riportato dall’agenzia Ansa – il quale  dalla località siciliana di Noto sostiene che “le ferie nel Belpaese sono uno choc” e che è ormai finito l’amore dei tedeschi per l’Italia. Basta dare un’occhiata ai social, dice, per capire quanto disappunto e delusione ci siano nei confronti dello Stivale.

Con il supporto di immagini e post, Hornig mostra quanto sia ormai basso il gradimento dei tedeschi nei riguardi delle iconiche destinazioni italiane: su Tik Tok le innumerevoli  testimonianze di chi denuncia “condizionatori malfunzionanti, truffe, montagne di spazzatura, luoghi sovraffollati e disservizi diffusi nei trasporti”.

Una sequenza di lamentele che attraversa la Penisola da nord a sud: a Venezia “l’acqua puzza”, mentre ad Amalfi e in Costa Smeralda una camera d’albergo può arrivare a costare migliaia di euro per una sola notte; e ancora ‘Taormina è fastidiosa, completamente invasa da turisti, mentre sulla costa toscana per un ombrellone e lettino sulla spiaggia puoi pagare anche 500 euro”.

Il battage mediatico anti-Italia somiglia molto alle polemiche già vissute lo scorso anno, quando perfino un ministro del governo tedesco, Karl Lauterbach, aveva sentenziato che «il turismo in Italia non ha futuro», subito seguito da un reportage della testata Süddeutsche Zeitung che aveva bollato il travel di casa nostra come «un disastro», puntando il dito contro la classe politica italiana, accusata di aver ignorato il potenziale turistico del Paese, causando una perdita di opportunità di crescita.

Al centro delle polemiche soprattutto il sud Italia  che attira meno turisti internazionali delle Canarie, le quali hanno meno abitanti della provincia di Napoli. Il Mezzogiorno italiano – aveva concluso il noto organo di stampa tedesca – ha un paesaggio culturale di incomparabile ricchezza, si presenta con 5.500 degli 8mila chilometri di coste italiane, eppure…il potenziale giace incolto».

Lo scorso anno non si era fatta attendere la difesa d’ufficio della nostra ministra del Turismo, Daniela Santanchè: «Al quotidiano tedesco – aveva replicato – sarebbe bastato guardare le infografiche per scoprire come siano proprio i tedeschi, tra tutti i visitatori esteri, a ricercare maggiormente su internet l’Italia come meta delle loro vacanze».

C’è da scommettere che anche nei confronti dello Spiegel, la battagliera rappresentante del governo Meloni, riserverà una adeguata risposta. Al netto delle polemiche, comunque, sarebbe corretto e onesto riconoscere che alcune zone d’ombra, come la sporcizia nelle strade e il cattivo odore di angoli storici della capitale – come denunciato anche dal nostro popolare attore de Roma Carlo Verdone – nonché il sovraffollamento di località quali Venezia e Taormina impongono maggiore attenzione da parte di governanti e amministratori locali.

Il turismo va sempre e comunque benedetto, ma questo non significa far finta che vada tutto bene e limitarsi a brindare senza magari lavare e ripulire, ogni tanto, i bicchieri.

Il lungo articolo del giornalista tedesco viene anche impreziosito con alcuni dati eclatanti, come la sottolineatura che nel 2024 l’Italia, una delle destinazioni turistiche più apprezzate al mondo, sperimenterà un nuovo record: 216 milioni di pernottamenti in estate. Il numero degli ospiti provenienti dall’estero è aumentato di un ulteriore 14% rispetto all’anno precedente. I media italiani parlano con ammirazione di una “esplosione” del settore. Eppure continuano a essere sorprendenti  quanto siano simili le preoccupazioni dei vacanzieri, anche a distanza di due secoli. Ad esempio le difficoltà per arrivarci: “Devi aspettare il traghetto con più di 30 gradi”, si lamenta il tiktoker Lexi Jordan del suo viaggio ad Amalfi. Altri contestano le “due ore di coda per un autobus” o gli “80 euro per una corsa in taxi di cinque minuti”..Gli influencer si sono sostituiti ai grandi scrittori-viaggiatori dell’800, ma in molti casi i commenti non risparmiano le mille pecche del nostro Paese.

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Andrea Lovelock
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