by Redazione | 31 Gennaio 2022 9:05
«È una buona giornata per stare in casa». Con queste parole, sabato, il sindaco di New York Eric Adams, seguito a ruota dal governatore Kathy Hochul, aveva chiesto ai cittadini di non uscire. Una preghiera per una volta non dettata dal rischio Covid, ma dai timori legati a una violenta tempesta di neve che fino alle prime ore di domenica si è abbattuta sulla costa nord-est degli Usa.
Una bufera che ha mandato in tilt i trasporti, provocando l’arresto di molti treni sulla dorsale Washington DC-Boston e la cancellazione di 6mila voli, di cui il 76% di quelli programmati al Jfk e il 90% all’aeroporto LaGuardia.
A New York, dove la situazione è nel frattempo tornata alla normalità, grosse difficoltà sono state registrate nel traffico cittadino con diversi ritardi e stazioni della metropolitana chiuse perché esposte ai forti venti, le cui raffiche hanno sfiorato anche i 120 km/h.
In generale, migliaia di persone sono rimaste senza elettricità e lo stato di emergenza è scattato in diversi Stati con neve fino a 30 centimetri a New York, 60 centimetri a Boston, livello pari a quello record del 2003 con l’intera regione quasi paralizzata. Crollate anche le temperature, scese a meno 8 gradi (-17 i gradi percepiti).
Quella che ha travolto gli States è stata una bomba ciclonica, ovvero una tempesta caratterizzata dalla potenza esplosiva di rapidi cali della pressione atmosferica.
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