Tempesta su Boeing, ma avanza l’ipotesi missile sul volo Ukraine
Potrebbe essere stato un missile a far precipitare lo scorso mercoledì 8 gennaio il Boeing 737-800 della Ukraine International Airlines poco dopo il decollo dall’aeroporto di Teheran. Mentre infatti gli Stati Uniti, accogliendo così l’invito dalle autorità iraniane, parteciperanno alle indagini in corso, le prese di posizione da parte di Donald Trump, e degli alleati Justin Trudeau, premier canadese, e il primo ministro britannico, Boris Johnson, non si sono fatte attendere.
“Qualcuno potrebbe aver fatto un errore”, ha detto il presidente americano, negando apertamente quanto affermato a poche ore dal disastro dal presidente dell’Organizzazione per l’aviazione civile iraniana, Ali Abedzadeh: “Una cosa è certa: questo aereo non è stato colpito da un missile”.
In particolare, secondo i media statunitensi, l’aereo sarebbe stato abbattuto “per errore” dal sistema missilistico terra-aria Tor-M1 di fabbricazione russa. Ma non basta, perchè secondo il segretario della Sicurezza e Difesa ucraino, Oleksij Danilov, sarebbero in realtà tre le ipotesi al vaglio: una collisione in aria con un drone o un altro oggetto volante; la distruzione o esplosione di un motore a causa di ragioni tecniche; un’esplosione dovuta a un attacco terroristico.
Intanto, il caso dell’incidente del 737-800 ucraino (uno degli aerei più diffusi al mondo, senza il software difettoso che ha provocato due schianti del 737 Max) non fa che aumentare le difficoltà in casa Boeing.
Dopo la sospensione della produzione del 737 Max e il protrarsi della sua assenza dai cieli di tutto il mondo, fonti di stampa Usa hanno rivelato come numerosi dipendenti del colosso di Seattle si fossero presi gioco nei mesi scorsi proprio di quella tipologia di aeromobile. Un aereo “progettato da pagliacci con la supervisione di scimmie”. Un velivolo “ridicolo”, tanto da esser definito “uno scherzo”. Un apparecchio “sul quale metteresti la tua famiglia? Io no”. Sono solo alcune delle migliaia di email e documenti interni che la Boeing ha scoperto sui propri server il mese scorso e girato alla Federal Aviation Administration (Faa) e alle commissioni di inchiesta del Congresso che si stanno occupando della vicenda.