Tempesta Twitter delle agenzie di viaggi contro il governo
“Il turismo sostiene l’Italia, il governo deve sostenere il turismo”. È qui, in un semplice ma giusto gioco di parole, il cuore dell’ennesima protesta delle agenzie di viaggi, di nuovo tutte insieme ma questa volta – data l’impossibilità di scendere in piazza – su Twitter, con un profilo tutto loro (@agenziediviaggi) per farsi sentire. Un urlo virtuale composto da almeno 3mila voci, guidato dal Gruppo Facebook #nonsmetteremodiviaggiare e coordinato dell’esperto di social media Luca Rallo.
“Il Covid ha paralizzato tutto. Anche i sogni – scrivono gli agenti su Twitter – Il governo ha il dovere di sostenere e aiutare le imprese turistiche che rischiano di sparire del tutto. Cassa integrazione, sostegno alle partite Iva, interventi sulla liquidità, sgravio fiscale sono solo l’inizio per aiutare chi da sempre sostiene il Pil del nostro Paese”.
Da via Molise, sede della storica maxi protesta delle adv, a Twitter, dove nel giro di un’ora l’hashtag #ilturismosostienelitalia si è messo in tendenza (al 6° posto secondo www.breakingnews.it)e a colpi di tweet gli agenti hanno lanciato i loro messaggi al governo: “Vendiamo sogni, torneremo a farlo se voi ci aiuterete”. E ancora: “Ci siamo anche noi, sosteneteci”.
«Non potendo tornare a manifestare in piazza e visto che allo stato attuale gli aiuti stanziati non dico siano pessimi, per carità, ma sono decisamente insufficienti per superare questa crisi, abbiamo pensato che per attirare nuovamente l’attenzione una manifestazione virtuale su Twitter fosse l’ideale, e devo dire che ci siamo fatti sentire», commenta Enrica Montanucci, tra gli ideatori dell’iniziativa.
«Le agenzie di viaggi sono un supporto importante per i viaggiatori, e sono sicuro che grazie al supporto dello Stato si potranno riprendere da questa situazione che ha davvero danneggiato tutti – spiega Rallo – Il governo sarà fondamentale, come già sappiamo, per garantire un adeguato sostegno al mondo dell’imprenditoria, dei lavoratori autonomi, delle partite Iva».