by Fabrizio Condò | 14 Marzo 2024 7:00
Dal film Benvenuti al Sud al programma Resto al Sud. La misura, introdotta nel 2017 dal governo per dare impulso alla nascita e allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali, è l’apripista di un viaggio tra fondi e incentivi a favore del turismo, che ha ripreso a marciare anche nel Mezzogiorno dopo il Covid.
Nel 2023, però, i numeri sono risultati inferiori al resto del Paese, in base a una recente indagine curata da Srm, il centro studi collegato a Intesa Sanpaolo: +2,5% rispetto al 2022, in confronto al dato nazionale, +4,6%[1]. Unica eccezione la Campania, trainata da Napoli, con una crescita del 5%, superiore quindi anche alle cifre globali del Paese.
Affidata a Invitalia – l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – in principio Resto al Sud era rivolta ai giovani tra i 18 e i 35 anni, ma la Legge di Bilancio del 2021 ha ampliato la platea fino a 55 anni. I fondi disponibili ammontano a un miliardo e 250 milioni di euro: non ci sono bandi, scadenze o graduatorie e le domande vengono valutate in base all’ordine d’arrivo.
Oltre alla pagina dedicata sul sito di Confcommercio, è disponibile anche l’app con tutte le novità sull’incentivo, gli eventi e i workshop promossi dall’agevolazione, in un secondo momento estesa ad altri territori. Ecco la mappa attuale: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia; le aree del centro colpite da terremoti (Lazio, Marche e Umbria); le isole marine, lagunari e lacustri del centro-nord.
In base alle cifre diffuse da Confcommercio a novembre 2023, l’incentivo ha favorito la nascita di oltre 14.000 imprese finanziate e più di 51.000 posti di lavoro. Con oltre 400.000 domande presentate a Invitalia, gli investimenti attivati sono pari a quasi un miliardo di euro per 766 milioni di agevolazioni erogate. La regione più attiva è la Campania con 7.042 imprese, seguita subito dopo dalla Sicilia, 2.192. Chiude la Calabria con 1.960.
Anche in questo caso, dunque, la Campania si conferma la regina del sud che, rispetto al nord, paga l’aumento della concorrenza del bacino mediterraneo, ma anche la chiusura dell’aeroporto di Catania[2], nello scorso luglio, causata da un incendio. Proprio i roghi, nel picco delle vacanze estive, hanno causato ingenti danni al travel e ai turisti, tanto che il Mitur è corso ai ripari, istituendo un fondo ad hoc[3]: 15 milioni di euro[4] destinati a viaggiatori e operatori del settore turistico e ricettivo in Sicilia, oltre che della Sardegna.
BANDO DI FINANZA ETICA
Un tesoretto meno cospicuo ma comunque prezioso – in tutto 545.000 euro – è stato quello stanziato lo scorso novembre per lo sviluppo di 11 imprese sociali in ambito turistico nel Mezzogiorno, grazie al bando promosso da Fondazione Finanza Etica e Fondazione Con il Sud, supportato da Etica Sgr, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sul tessuto economico e sulle comunità locali.
Tra nuovi programmi di sviluppo e attività già avviate, i beneficiari sono distribuiti su cinque regioni e 10 province meridionali: quattro in Campania (nelle province di Napoli, Caserta e Avellino), tre in Sicilia (nelle province di Palermo, Agrigento e Messina), due in Puglia (nelle province di Lecce e Bari), uno in Calabria (in provincia di Cosenza) e uno in Basilicata (in provincia di Matera).
Riguarda in buona parte il sud anche il Fondo Turismo Sostenibile[5] 2024, dal quale è possibile attingere risorse per sostenere le imprese che si sono impegnate nella transizione verso un turismo a minor impatto ecologico. Finanziato con 500 milioni di euro l’anno[6], fino al 2025, viene gestito dalla Banca europea per gli investimenti. Il range ideale di investimento per ogni progetto è pari a 10 o 20 milioni di euro e comunque non può superare i 30 milioni. Ebbene, almeno il 40% delle risorse del Fondo è destinato a iniziative localizzate nel Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) in linea con le priorità trasversali di coesione previste dal Pnrr.
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