Test rapidi negli aeroporti:
c’è il via libera dell’Europa

Test rapidi negli aeroporti:<br> c’è il via libera dell’Europa
20 Novembre 11:03 2020 Stampa questo articolo

Semaforo verde dell’Unione Europea all’utilizzo dei tamponi antigienici rapidi come sistema di controllo e di prevenzione anti Covid negli aeroporti continentali. Arriva finalmente da Bruxelles, quindi, il via libera a una delle richieste più stringenti da parte di tutto il settore turistico per garantire i viaggi in Europa.

Sebbene al momento la Commissione europea non abbia istituito una vera e propria norma, ma solo annunciato una forte raccomandazione, questo sembra essere il primo passo per la ripartenza dei viaggi e, soprattutto dei voli dentro l’area Schengen.

Resta ancora aperto il nodo di chi dovrà pagare i milioni di test al giorno che dovranno essere effettuati, ma nel frattempo l’Ue ha annunciato lo stanziamento di 100 milioni di euro per dotare i Paesi comunitari dei test e ha destinato 35,5 milioni alla Croce Rossa per contribuire all’addestramento di personale e consentire alle equipe di test mobili dell’organizzazione di aumentare la capacità di test Covid-19 in tutta Europa.

I tamponi rapidi, che permettono di verificare se un passeggero è positivo al virus Sars-Covid-2 in circa 20 minuti, potranno essere adottati come strumento di controllo alle frontiere per i viaggiatori dei Paesi membri. La Commissione europea ha anche chiesto esplicitamente a tutti i governi di mettere in pratica un “mutuo riconoscimento” dei risultati dei test affinché questo meccanismo incentivi il movimento e i viaggi tra i Paesi, e il tracciamento die contatti transfrontalieri”.

Inoltre, l’Ue ha fatto sapere che già dallo scorso 28 ottobre il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e l’Easa (Agenzia europea per la sicurezza aerea) stanno sviluppando un protocollo comune di sicurezza per il trasporto aereo, valido per tutto il continente e che prevede un modello comune di test rapidi negli aeroporti.

L’Ue è stata molto chiara nel suo comunicato ufficiale sulla necessità di utilizzare, quindi, un modello comune: “il riconoscimento reciproco dei risultati dei test è fondamentale per agevolare la circolazione, il tracciamento dei contatti e la cura a livello transfrontaliero. Gli Stati membri sono fortemente incoraggiati a riconoscere reciprocamente i risultati dei test antigenici rapidi che soddisfano i criteri indicati nella raccomandazione e sono effettuati in tutti gli Stati membri dell’Ue da strutture di test operative autorizzate. Il rispetto della raccomandazione può contribuire inoltre alla libera circolazione delle persone e al corretto funzionamento del mercato interno in periodi in cui le capacità di effettuare test sono limitate”.

Viene finalmente accolta, quindi, una richiesta del settore turistico utile alla ripartenza dei viaggi. L’industria, infatti, ha sempre sostenuto che l’implementazione dei test rapidi negli aeroporti di tutto il continente avrebbe dato slancio alla mobilità europea con un impatto ridotto sui costi. Le compagnie aeree, ovviamente, sono state quelle che hanno spinto maggiormente per l’applicazione di tale misura.

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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