La data è confermata. Graziano Debellini, fondatore e presidente di Th Resorts, ha lanciato il sasso, ma senza nascondere la mano. Come è nello stile dell’uomo e dell’imprenditore. «Il 30 giugno siamo pronti ad aprire tutte le nostre 30 strutture, tra mare e montagna», assicura, ribadendo l’annuncio fatto qualche giorno fa che ha creato qualche scalpore tra gli addetti ai lavori, alcuni concorrenti in primis. «Abbiamo voluto dare un esempio, ma anche fungere da stimolo a chi decide a livello politico».
Come prevede sarà la summer 2020?
«Bisogna fare presto, se non si vuole perdere una stagione estiva che, quest’anno, nella migliore delle ipotesi, comprendere luglio, agosto e un po’ di settembre»
La vacanza in villaggio e in albergo non potrà più essere la stessa, però…
«È vero, ma il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo offrire un prodotto vacanza, pur con qualche accorgimento, e non un prodotto ospedaliero. Per questo, la macchina organizzativa di Th non si è mai fermata. Abbiamo istituito al nostro interno un Comitato incaricato di studiare le misure da prendere, cercando di programmare quello che sarà il futuro».
Al primo posto ci sarà la sicurezza sanitaria. Cosa avete in mente?
«A grandi linee, le procedure da seguire ci sono già, e sono sono quelle indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Da parte nostra, stiamo lavorando sul fatto che i nostri ospiti avranno la possibilità di trascorrere la loro vacanza tranquilli, perché abbiamo già pensato a tutto noi. Le strutture saranno sanificate, e il nostro personale sarà “sano” al 100%, grazie ai test, ad alloggi riveduti e al distanziamento».
E gli ospiti, quali misure si troveranno di fronte?
«L’altro aspetto sarà assicurare la sicurezza di chi arriva. Per questo, sarebbe buona norma impegnarsi fin da ora a seguire le prescrizioni. Poi certo, non mancheranno i controlli all’interno delle strutture, con appositi percorsi e forme di distanziamento sociale. E in ogni caso, siamo pronti anche ad adottare tutti i dispositivi tecnologici che verranno indicati dalle autorità».
Andiamo incontro a una stagione di prezzi aggressivi?
«Sarà un’estate difficile in cui far tornare i conti. Chi apre comunque rischia, non ci sono certezze. Sarà importante che non ci sia un rialzo dei prezzi, anche se per forza di cose il prodotto sarà più caro, per via degli adempimenti da rispettare».
Come vede il futuro del settore, finita l’emergenza?
«Auguro a tutti gli operatori di farcela, ma di certo vincerà chi saprà utilizzare al meglio gli ammortizzatori sociali, sfruttare la liquidità e, soprattutto, chi saprà rinnovarsi, mettendo ancora di più al centro dell’offerta i bisogni del cliente. Oltre a formare e utilizzare figure manageriali per il turismo, che oggi non rappresenta un settore attrattivo per i giovani. Proprio quello che vogliamo fare con la Scuola Italiana di Ospitalità targata Th Resorts e supportata da Cdp. Il progetto è confermato e non si è mai fermato, tanto che a breve ci saranno delle novità importanti».
In questa fase, come si è mosso il comparto turistico italiano a livello istituzionale?
«Con il Manifesto per il turismo italiano, per la prima volta il turismo è apparso con una voce sola. È già molto, per un comparto che fatica a far sentire la propria voce, soprattutto in un momento come questo, dove c’è bisogno immediato di liquidità. Per questo motivo, gli Stati e l’Unione europea devono permettere al più presto ai tour operator di continuare a fare il proprio lavoro, traghettando il settore verso una nuova fase».