Non è una semplice riapertura quella del Th La Thuile Planibel Hotel & Resort, in provincia di Aosta. Per Th Resorts – Gruppo che gestisce 32 strutture, impiega circa 9mila persone e quest’anno prevede un fatturato di oltre 200 milioni di euro – questo momento sancisce il terzo round (ovvero la terza stagione) della “grande sfida”: il rilancio e la destagionalizzazione del turismo di montagna, tema al centro di una tavola rotonda organizzata a margine del reopening della struttura reduce da un importante restyling.
Il limite che il presidente Graziano Debellini intende superare una volta per tutte è consentire la fruizione delle località montane anche nei mesi considerati di “bassa”, come ottobre o maggio, a patto che ci siano prodotti e servizi di qualità. «Noi siamo in Val d’Aosta da 35 anni e da La Thuile vogliamo avviare un vero e proprio laboratorio, che poi estenderemo in Veneto e Trentino Alto Adige, per innovare l’ospitalità in linea con i cambiamenti di comportamento e necessità del cliente – dichiara il numero uno di Th – Oggi l’ospite della montagna, sia in inverno che in estate, non chiede più una vacanza monotematica, bensì pluriesperenziale. Così come sono cambiati alcuni parametri: ad esempio, per il prodotto neve si è abbassata dai 50 ai 40 anni la fascia d’età degli sciatori, che di conseguenza hanno nuove esigenze; mentre per il prodotto estivo si è ampliata la gamma dei nuclei familiari con bisogni sempre più diversificati».
RESTYLING DA 20 MILIONI DI EURO
In altre parole, il turista chiede esperienze, attività outdoor, arricchimenti, e il tutto all’insegna della sostenibilità. Uno scenario che trova anche la proprietà del Planibel, Colliers Global Investors Italy Sgr, perfettamente in linea con il gestore Th Resorts, come spiega il ceo Ofer Arbib: «Vogliamo valorizzare i nostri immobili con opere di riqualificazione in linea con le richieste del mercato turistico e dotate di servizi e tecnologie all’avanguardia. Su Planibel abbiamo investito oltre 20 milioni di euro per una ristrutturazione importante, rinnovando così una location che tornerà a essere protagonista del turismo in Val d’Aosta».
Ne è convinto anche il presidente della Regione, Renzo Testolin, intervenuto all’evento: «Dietro questo restyling del Planibel c’è un grande impegno imprenditoriale, oltre che finanziario. La seconda e la terza stagione sono al centro di un dibattito più ampio con le comunità montane, ma bisogna dare una visione nazionale a quelle che sono priorità di investimento non solo economico, ma anche di contenuti dell’offerta turistica. L’amministrazione regionale valdostana sta facendo sforzi importanti per sostenere lo sviluppo invernale che ci consente di avere 3 milioni di arrivi sugli 800 km di piste che abbiamo, ma anche per l’estate, un periodo nel quale occorre saper offrire adeguati luoghi di vacanza e svago. Chi, come Th Resorts, è in questi luoghi da parecchi anni è un interlocutore importante. E con attori di questo profilo possiamo davvero mettere in campo nuove opportunità di rilancio del patrimonio ambientale e ricettivo».
LA SCALATA PARTITA DAL RIFUGIO SULL’ADAMELLO
Intanto, questa estate si parte con il “nuovo” Planibel: una struttura nella quale sono stati realizzati ampliamenti in 80 camere, con un riadattamento del teatro da 350 posti e un nuovo centro wellness con piscine, stanze del sale, saune, docce emozionali. Un resort che si avvale di un team di 450 persone, che quest’anno punta a oltre 70mila ospiti, e che a pieno regime, nell’arco di un intero anno operativo, sarà in grado di ospitarne fino a 160mila.
Ma quella del turismo montano 3.0 è di fatto una scommessa che per Debellini si rinnova, visto che iniziò 45 anni fa da un piccolo rifugio all’Adamello gestito con la moglie e alcuni amici. Ovviamente oggi la mission è ben più impegnativa, e le idee il presidente di Th continua ad averle ben chiare: «Dobbiamo lavorare su due fronti: il primo è quello dell’intrattenimento, per cui abbiamo creato una apposita business unit per allestire un’offerta di qualità per i nostri ospiti; l’altro è quello della ristorazione perché è cambiata anche l’alimentazione, e per questo ci stiamo avvalendo del contributo professionale di un “ingegnere degli ingredienti”, Matteo Florian, che è il nostro responsabile del settore ristorativo. In altre parole, stiamo cercando di interpretare al meglio la rivoluzione culturale in atto anche tra i nostri ospiti-clienti».
Altro passaggio-chiave, affrontato da Debellini è quello della svolta digitale: «È un’area di investimento per la quale abbiamo già previsto la realizzazione di diverse app che permetteranno, una volta a regime, di guidare il cliente nelle nostre strutture accedendo ai vari servizi. Sarà anche una modalità efficace per fronteggiare l’overtourism, dirottando prenotazioni in altri periodi dell’anno».
SIMEI: «ANNO IN CRESCITA, IL 2024 ANDRÀ ANCHE MEGLIO»
Intanto, un primo consuntivo in termini di prenotazioni e vendite per il primo semestre dell’anno, è stato abbozzato dal direttore commerciale di Th Resorts, Stefano Maria Simei: «Nei primi tre mesi di quest’anno abbiamo registrato numeri incredibili in termini di prenotazioni, c’è poi stato un rallentamento a maggio, ma ora il trend sta repentinamente risalendo. Di questo stato di grazia ne beneficeremo tutti e questo favorirà anche diverse politiche tariffarie. Arriveremo ad adottare un pricing dinamico su tutta la filiera, e sapremo essere flessibili grazie ai prodotti Th che sono comunque multitarget. Siamo poi molto fiduciosi per l’immediato futuro, al punto da azzardare la previsione che il 2024 sarà quasi sicuramente ancora più performante dell’anno in corso».
INVESTIMENTI SU PERSONALE E FORMAZIONE
A completare l’approccio propositivo di Th Resorts al mercato post pandemIa, la valorizzazione di tutte le professionalità, attraverso la cura delle risorse, come spiegato dallo stesso Debellini: «Alle polemiche di questi tempi sulla carenza di personale o sul fatto che nel turismo non ci sono remunerazioni appaganti, rispondo che occorre investire nel benessere di tutti i lavoratori di una impresa come Th Resorts, a partire dai loro alloggi nelle strutture ricettive, per proseguire con la formazione, le specializzazioni, creando così il giusto equilibrio tra ciò che un lavoratore deve dare e ciò che deve ricevere».
Non a caso Giulio Contini, direttore della Scuola Italiana dell’Ospitalità fondata da Th Resorts e Cassa Depositi e Prestiti, intervenuto alla tavola rotonda, ha avuto modo di ribadire che «quanto fatto fino ad oggi, incluso il progetto formativ in collaborazione con Ca’ Foscari dell’Hospitality Innovation and e-Tourism, con un apposito corso di laurea, dimostra ampiamente la volontà di formare nuove figure professionali, a vari livelli, dal management alle altre risorse umane indispensabili nelle strutture ricettive».
Tanto diffuso ottimismo è trapelato anche nel corso della presentazione del libro sull’analisi del turismo di montagna curato da Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, che al termine della tavola rotonda moderata da Giorgio Palmucci ha tracciato una sorta di roadmap: «L’immenso patrimonio naturale che è la montagna italiana, che vanta ben il 62% delle aree montane europee, può rappresentare una opportunità solo se si riuscirà a mettere in atto progetti sostenibili che valorizzino i territori, le loro specificità, anche con l’utilizzo virtuoso della tecnologia».