by Serena Martucci | 12 Luglio 2017 7:00
Quarantatre consonanti e trentadue vocali. Per capire la Thailandia non bisogna sottovalutare le sfumature. Le cogli nell’alfabeto, nei sorrisi delle persone che incontri al mercato la mattina all’alba, nei monaci che ti accolgono nei loro templi, nei camerieri che servono il pad thai, piatto tipico nazionale a base di noodle e salsa di pesce, nelle pagode appollaiate in cima alle montagne, così come nei colori delle rovine di quella che tempo fa era la vecchia capitale della vasta regione indocinese: Sukhothai. Le cogli ancora di più al nord, in quel triangolo d’oro stretto tra Laos e Myanmar, una volta conosciuto per l’oppio e oggi faticosamente riabilitato attraverso progetti dedicati alle comunità locali. Ed è proprio dai villaggi che il governo vuole ripartire per far vivere delle esperienze di turismo autentico ai visitatori.
Il tour parte da Chiang Mai, la Rosa dei venti. La città, adagiata lungo le rive del Ping, rapisce soprattutto per il pregiato artigianato locale e per i suoi sfarzosi templi come il Phra Sing, risalente al 1345, con la sua pagoda dalla particolare forma a campana, l’antico santuario di Chiang Man, adornato da file di statue di elefanti, famoso anche per una cappella che conserva un piccolo Buddha di cristallo che secondo la credenza ha il potere di portare la pioggia e il tempio Chedi Luang che una volta custodiva il Buddha Smeraldo, oggi conservato nella capitale.
Basta allontanarsi un po’ dal centro abitato e dai night bazar per scoprire un altro paesaggio fatto di montagne che nascondono templi raggiungibili solo dopo un’ora di trekking nella natura, in risaie a perdita d’occhio, in magnifici parchi nazionali come quello di Doi Inthanon che ospita un suggestivo villaggio tribale. Scorci di Thailandia lontani dalle bianchissime spiagge del sud del Paese, ma ricchi di fascino, storia e spiritualità. Un esempio è il White Temple, ovvero il Wat Rong Khun, un tempio che si trova nella provincia di Chang Rai, che abbaglia per il suo colore bianco e perché è interamente ricoperto da specchietti scintillanti che creano incantevoli giochi di luce. Da Chiang Mai l’itinerario porta alla città di Lampang, dove le giornate sono ancora scandite dal rumore degli zoccoli dei cavalli che trainano le carrozze e dall’immancabile appuntamento con il mercato del venerdì, una vera festa dove tra pietanze a base di pollo, pesce e verdure cotte al momento è possibile anche “sgranocchiare” larve e grilli fritti avvolti in cartocci come patatine.
Ma è scendendo ancora verso sud, a Sukhothai, che la storia della Thailandia prende forma. La città dell’alba della felicità ospita il suggestivo parco archeologico che racchiude le rovine di quella che nel tredicesimo secolo era la Capitale del regno Thai. L’affascinante sito storico, Patrimonio dell’Unesco, regala angoli imperdibili raggiungibili a bordo di una bicicletta (estremamente consigliato) costellati da statue di Buddha, antiche pagode e laghetti pieni di colorate ninfee.
A tre ore di auto di distanza, è possibile visitare anche il Sri Satchanalai, un altro parco archeologico situato tra le rive del fiume Yom e le colline circostanti, particolarmente apprezzato per i suoi edifici utilizzati dal principe dell’epoca come sua residenza privata. A Sukhothai è anche possibile cimentarsi in laboratori di ceramica Sangkhalok, la cui tecnica rispetta quella insegnata da alcuni artigiani cinesi durante il periodo del Re Ramkhamhaeng il Grande mentre, quasi ovunque, è possibile prenotare un energico massaggio thailandese che scuote corpo e spirito. Il rito prevede di indossare un pantalone e una larga camicia di cotone e di sottoporsi al lavaggio dei piedi con aromi profumati prima di essere adagiati sul lettino.
La Thailandia, inoltre, è sempre stata una calamita per chi è alla ricerca dei sapori d’Oriente e quindi è impossibile rinunciare alla sua cucina, gustosa e speziata. Le zuppe piccanti a base di noodle croccanti, pollo e maiale, vengono servite un po’ ovunque, ma per le ricette autentiche bisogna recarsi nei villaggi. A Ban Na Ton Chan, sempre nella zona del Sri Satchanalai è possibile provare il famoso Khao Perb, un piatto a base di carne e uova servito in graziose ciotole di ceramica e cucinato secondo un antico metodo che prevede pentole fatte di panni intrisi di vino bianco e bambù. Per raggiungere la piccola locanda del villaggio bisogna salire a bordo di un camion guidato con esperienza da una delle contadine del posto che, dopo pranzo, accompagna i visitatori alla fabbrica del cotone, tinto con colori naturali (erba, corteccia di albero o particolari tipi di frutta) e lavorato nel fango, in maniera da rendere la stoffa più morbida al tatto. Il segreto è stato tramandato da generazioni: gli antenati che lavoravano nei campi si resero conto che le parti di indumenti a contatto con il fango risultavano più morbide di quelle pulite.
Per non perdere le meraviglie dell’antico Siam, la terra del sorriso, il periodo consigliato è da novembre a febbraio, quando il clima è meno piovoso, e il viaggio meno complicato. Per arrivare a Bangkok, la compagnia di bandiera Thai Airways è l’unica che offre voli diretti da Milano e Roma mentre per informazioni su spostamenti, eventi particolari o tour basta consultare il sito dell’Ente del Turismo Thailandese turismothailandese.it[1] o i canali social che vengono periodicamente aggiornati.
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