Thomas Cook-Fosun, a rischio il salvagente da 750 milioni
Traballa l’accordo Thomas Cook-Fosun che garantirebbe il salvataggio dello storico tour operator dopo i guai finanziari degli ultimi 12 mesi. È stato infatti posticipato a fine settembre il voto dei creditori riguardo l’accordo per l’acquisizione di Thomas Cook da parte del fondo cinese, che consiste nella ricapitalizzaione della holding per un valore di oltre 750 milioni di sterline.
Il cda dell’operatore britannico, infatti, starebbe rallentando i tempi vista la difficoltà a raccogliere in fase preliminare il voto favorevole da parte dei due terzi degli obbligazionisti della società.
Alla base di queste difficoltà ci sarebbe la valutazione di alcuni azionisti di detenere quote poco rilevanti nel futuro dell’operatore – e quindi di concentrare tutto il potere nelle esclusive mani del fondo cinese Fosun – e dall’altra la necessità per il board di Thomas Cook di trovare ulteriori 200 milioni di sterline per garantirsi la fiducia degli azionisti (soprattutto nel caso gli accordi dovessero rivelarsi un fallimento, ndr).
Nel frattempo, però, la Civil Aviation Authority si starebbe preparando a un’eventuale blocco delle operazioni delle compagnie aree afferenti a Thomas Cook. Allo stato attuale, la scadenza della licenza sarebbe fissata per il 1° ottobre, ovvero pochi giorni dopo il voto sull’accordo di salvataggio. Ma nonostante tutte le rassicurazioni del Gruppo, non c’è ancora nessuna garanzia che l’operazione con Fosun possa finalizzarsi in tempo per quella data.