La ragione sembrerebbe meteorologica. Un caldo torrido inatteso che, in Nord Europa, ha compromesso gli utili in alta stagione del colosso del tour operating Thomas Cook. La notizia arriva dal quotidiano francese Le Figaro, secondo cui le temperature miti di questa estate hanno indotto i viaggiatori nordeuropei – tra i maggiori clienti del t.o. – a rinunciare ai viaggi fuori casa, prenotando vacanze domestiche, spesso senza rivolgersi ad agenzie di viaggi e operatori. Da qui un forte riduzione dell’utile operativo che dai 360 milioni previsti a inizio anno, sono crollati a 315 milioni di euro. Come inevitabile conseguenza il suo titolo in Borsa ha perso il 29%.
Con 21.800 dipendenti e alcune attività strategiche anche nel trasporto aereo con il vettore di casa Thomas Cook Airlines – operativo sul segmento charter – e la catena alberghiera Hotels4u, Thomas Group è una della maggiori holding nel turismo organizzato. Per questa ragione il suo andamento operativo è diventato una sorta di bussola nel comparto della distribuzione turistica per capire gli orientamenti del mercato: lo scorso anno, ad esempio, la chiusura di ben 64 agenzie di viaggi del Gruppo, dovuta essenzialmente alla migrazione di numerosi clienti sull’online, ha fatto scattare l’allarme nell’intero settore, convincendo molti t.o. europei a rivedere le proprie strategie e ottimizzare i presidi web per arginare la fuga di clientela dalle agenzie fisiche.
Ora con questa grossa erosione degli utili operativi, dovuta soprattutto a una variazione nelle scelte e nelle abitudini turistiche di bacini del Nord Europa, potrebbe convincere alcuni t.o. a ristrutturare le loro programmazioni e arricchire le offerte di turismo domestico.
La débâcle di Thomas Cook segue di poche settimane l’annuncio di ridimensionamento nelle perfomance di un altro colosso dei viaggi: Ryanair che, con i costi del carburante lievitati a 460 milioni di euro, ha dovuto rivedere gli utili che da 1,3 miliardi di euro scenderanno a 1,1 miliardi.