Tra le vie di Cracovia, la dama polacca
Con il naso all’insù. Aspettando che il drago sputi fuoco. Non una fiammata violenta, piuttosto un colpo di tosse che sa di carbonella. Eppure è un momento magico e si aspetta ansiosi sulla riva della Vistola, con la certezza che la statua del drago stupirà ancora una volta curiosi e turisti.
Per scoprire Cracovia bisogna partire dalla sua storia e dalla sue leggende. Tra queste, appunto, quella del drago che viveva in una caverna sulla collina del Wawel terrorizzando gli abitanti del villaggio. Mai nessun cavaliere riuscì a sconfiggerlo, ma bastò l’intuizione di un calzolaio che fece divorare al mostro una pelle di agnello zeppa di zolfo per liberarsene. Oggi, davanti alla sua tana, una statua ricorda quello che è diventato il simbolo della città polacca.
Per capire, sentire, vivere Cracovia, bisogna perdersi tra le viuzze della zona universitaria, indugiare tra le bancarelle dei fiori e i caffè della piazza del Mercato, la più grande piazza medievale del Vecchio Continente, ascoltare la tromba che ogni ora risuona dalle finestre della chiesa di Santa Maria, raggiungere il Barbacane, via di accesso al centro storico e fermarsi a mangiare i piroghi, i tipici ravioli. Impossibile non fare una sosta al Czartoryski Muzuem, dove le sale ripercorrono l’epoca di re Sigismondo, e dove è custodito un gioiello di Leonardo Da Vinci: la “Dama con l’ermellino”, un’opera che toglie il fiato.
Questo dipinto del 1488 ritrae la giovane Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro, e fu acquistato nell’800 da un diplomatico polacco, figlio della principessa Izabela Czartorysky. L’ermellino bianco, lo sguardo della donna, la posizione scelta per nascondere la gravidanza, sono alcuni dei suoi misteri. Risalendo su via Kanonicza, si arriva alla collina del Wawel. Le mura del castello racchiudono la cattedrale con le tombe reali e le reliquie di San Stanislao, e il Palazzo reale, con gli appartamenti dei sovrani polacchi e una collezione unica di arazzi fiamminghi.
A pochi passi da qui, si trova anche Kazimerz, l’ex quartiere ebraico. Nel dedalo di viuzze ci sono ancora alcune vecchie insegne, sinagoghe trasformate in librerie, il mercato dove vendevano la carne kosher e angoli nascosti dove una volta viveva la comunità degli ebrei polacchi. Dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale, il quartiere fu abbandonato e cadde in rovina, mentre oggi è zeppo di caffè alla moda, negozi di antiquariato e gallerie frequentate da artisti e giovani. Qui si trova anche la famosa fabbrica immortalata da Steven Spielberg nel film “Schindler’s list”, vincitore dell’Oscar. La visita al museo è un viaggio nella storia della Polonia e dell’Europa intera,dal giorno dell’occupazione nazista, rivissuta attraverso i suoni delle bombe, fino alla costruzione dei lager e all’atteso momento della liberazione dopo cinque anni.
A mezz’ora da Cracovia, è possibile raggiungere anche la miniera di sale di Wieliczka. Insieme a guide esperte si scende fino a 135 metri sotto il suolo per ammirare opere come la chiesa di sale di Santa Kinga, patrimonio Unesco.
«Cracovia è adatta a tutti – spiega Barbara Minczewa, direttore dell’Ente del turismo polacco – Ideale per un city break, grazie ai molti voli diretti con l’Italia, o un tour nella regione della Malopolska. Tra le esperienze possibili, la visita ai Monti Pieniny o Tatra, alle chiese in legno come quella dell’Arcangelo Michele o al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Per non dimenticare».