L’annuncio è arrivato nella serata di venerdì 29 maggio dal governo: c’è il via libera agli spostamenti tra regioni a partire dal 3 giugno. E niente più quarantena anche per chi arriva dall’estero. Una decisione arrivata dopo giorni di polemiche: alcune regioni infatti hanno cercato di opporsi temendo una nuova ondata di contagi.
È arrivata quindi la concessione da parte del presidente del Consiglio, dopo la mediazione del ministro per gli Affari regionali e Autonomie Francesco Boccia: alle regioni che lo desiderano sarà concesso il tracciamento dei turisti e la conservazione dei loro dati per due settimane.
C’è quindi la possibilità di registrare gli ingressi e di effettuare in maniera volontaria i test sierologici, in questo caso facendo proporre agli albergatori il test ai propri clienti.
Non è previsto un nuovo dpcm di Conte – la libertà di spostamento era stata già prevista nel decreto del 18 maggio – ma un appello al senso di responsabilità individuale dei cittadini visto che siamo lontani dal rischio zero sul fronte coronavirus.
È necessario che cittadini e turisti tengano ben presenti i comportamenti corretti da tenere in merito al distanziamento sociale, al divieto di assembramento e all’uso delle mascherine ove non sia possibile tenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone.
Le regioni avranno la possibilità, qualora si verifichi un aumento considerevole dei casi, di istituire nuove “zone rosse” e firmare ordinanze restrittive per limitare nuovamente gli spostamenti. Il ministro Boccia ha dato l’ok alle regioni del sud che hanno avuto numeri di contagi contenuti – come Sicilia e Sardegna – e chiedono di poter effettuare controlli sugli arrivi. La Puglia ha stabilito che saranno le forze dell’ordine a fare le verifiche.
Non passa al momento la richiesta di un passaporto sanitario a testimonianza della negatività al Covid-19 di chi arriva per esempio in Sardegna, come richiedeva il presidente sardo Christian Solinas.
AEREI E NAVI. Controlli anche per chi viaggia a bordo di navi e aerei, a partire dal momento dell’imbarco, con misurazione della temperatura e tracciamento delle generalità. I passeggeri dovranno compilare un modulo con informazioni (spostamenti, contatti precedenti, …) che saranno a discrezione dei governatori delle regioni e il questionario potrebbe essere esteso anche ai loro familiari. Chi venga in contatto diretto con un contagiato dovrà fare la quarantena.
Non sarà però possibile imporre il test sierologico, che resta su base volontaria. Anche se c’è chi ragiona sulla possibilità di inserirlo nel pacchetto vacanza.