Le previsioni del traffico aereo per l’ultimo quadrimestre di quest’anno vedono l’Italia aumentare gli arrivi dall’estero del 17%. Una percentuale maggiore della media fra i Paesi del Sud Europa, che è del 12%, ma meno di Malta (+30%), Grecia (+24%) e Cipro (+20). Sono i dati presentati al Wttc Global Summit che si è appena concluso in Australia, da Olivier Ponti, direttore intelligence e marketing di Forwardkeys, la società che analizza le prenotazioni aeree di tutto il mondo misurando i flussi tra le varie destinazioni e ricavandone previsioni a breve e medio termine.
La ricerca ha offerto una panoramica globale su come il trasporto aereo sta recuperando nel post pandemia, superando in qualche caso i livelli del 2019. In particolare, crescono gli arrivi nel Sud dell’Asia (gennaio-agosto +8%, settembre-dicembre +16%) mentre sono ancora sotto il livello del 2019 nel Sud-est asiatico (-17% e -11% nei due diversi periodi), nel Nord-est dell’Asia (-19% e -5%) e in Oceania (-23% e -26%).
Naturalmente, l’Asia è sempre più importante come mercato, quindi per i movimenti in uscita verso le destinazioni turistiche. E i numeri più importanti li ha fatti la Cina, soprattutto in conseguenza dell’abbattimento delle restrizioni, delle facilitazioni all’ingresso e in coincidenza con le ricorrenze che hanno più peso nella cultura locale. Per la Golden Week, le partenze dalla Cina verso le altre destinazioni asiatiche hanno superato in gran parte quelle del 2019. In testa, la città di Kuala Lampur che ha registrato il +142%. Fuori dall’Asia, invece, la città che ha visto il maggior aumento percentuale di cinesi in arrivo rispetto alla Golden week del 2019 è stata Istanbul (+34%), seguita da Londra (+14%), Mosca (+12%) e Milano (+10%).
Se si fa il confronto degli arrivi internazionali in Italia tra gli ultimi due anni, si vede che al 1° di ottobre del 2024 sono stati venduti più biglietti rispetto allo stesso giorno dell’anno prima per il periodo ottobre-dicembre, con percentuali che vedono in testa la Cina (+73%), poi Olanda (+29%), Canada (+27%), Brasile (+24%), Spagna (+20%) e Regno Unito (+18%).
L’Agenzia di Viaggi Magazine ha chiesto a Ponti qualche dettaglio sulle prospettive del mercato aereo italiano.
Lei ha mostrato dei dati che danno l’Asia, compresa l’Australia, in notevole crescita, nonostante non abbiano ancora raggiunto i livelli pre Covid…
«Sì, stiamo vivendo un momento emozionante nel mondo dei viaggi perché l’Asia sta tornando in gioco. Stiamo assistendo a un aumento della domanda di viaggi in tutto il continente ma è la Cina a svolgere un ruolo-chiave, dato che ha impiegato molto a riaprire i suoi confini ed è tornata in gioco definitivamente. Tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, prevediamo che possa raggiungere i livelli pre pandemia per quel che riguarda i viaggi in uscita. Questo era l’ultimo pezzo del puzzle che ci porterà alla piena ripresa del settore dei viaggi. In molte parti del mondo stiamo assistendo a una forte crescita o una corsa del loro passaggio dalla ripresa alla crescita rispetto al 2019».
Ma i viaggiatori che partono dalla Cina quali destinazioni prediligono?
«Dai dati delle prenotazioni totali effettuate fino ad ora, quest’anno c’è una forte domanda per le destinazioni regionali. Privilegiano l’Asia e l’Asia pacifica. Queste saranno le prime destinazioni a sentire questo tipo di crescita ma è visibile anche un recupero del mercato cinese fuori dall’Asia. Lo stiamo vedendo in Europa e in posti come l’Italia, per citarne solo uno molto significativo».
Abbiamo visto che, in Italia, Milano è la prima destinazione. Va anche detto che il nostro è un Paese strano con una densità di aeroporti molto superiore alla media…
«L’Italia ha una disponibilità di posti in aereo decisamente alta e sta anche crescendo. Esaminando l’ultimo trimestre di quest’anno, sembra che le compagnie aeree stiano programmando oltre il 13% in più di capacità aerea rispetto allo scorso anno. Quindi, i tanti aeroporti consentono ai viaggiatori di entrare attraverso diversi ingressi e questo può essere molto vantaggioso. Quando dico che stiamo tornando a crescere, bisogna però aggiungere che serve una gestione di questa crescita. C’è un certo numero di città europee e anche italiane che stanno vivendo problemi legati all’overtourism. Queste destinazioni devono essere consapevoli di come la conoscenza dei dati possa aiutarle a prendere decisioni più intelligenti di gestione. Non ha senso avere una concentrazione stagionale, bisogna essere in grado di attrarre quei viaggiatori che sono desiderosi di viaggiare. E ci sono sempre persone desiderose di viaggiare, non solo in alta stagione. La sfida è identificare esattamente chi è la persona giusta per una specifica destinazione nel momento in cui ne ha più bisogno. E qui la parola chiave è proprio “dati”».