Come riportato da Milanofinanza.it, tra le non molte compagnie che saranno in grado di centrare i target di medio periodo, «migliorando i margini reddituali e incrementando la generazione di cash» ci sarà la holding Iag, la multinazionale anglo-spagnola che rappresenta Aer Lingus, British Airways, Iberia e Vueling.
Giudizio negativo, invece, per AirFrance-Klm. Il programma di ristrutturazione, si legge nell’articolo, nonostante il grande impegno del management, e i progressi evidenti di Klm, difficilmente riusciranno a produrre risparmi di costo tali da rendere Air France ancora competitiva in uno scenario di rendimenti in calo. Rating neutrale poi per Lufthansa, che deve affrontare uno scenario incerto su più fronti e vede ridotta la visibilità dei risultati nei prossimi esercizi. Tuttavia, fa notare il report, il business è ancora in grado di generare cash e versare dividendi.
Sul fronte low cost, il giudizio è neutrale anche per easyJet. «Le prospettive a lungo termine sono interessanti grazie alle quote di mercato che riesce a erodere alla concorrenza, ma la sua performance finanziaria è peggiorata dal voto sulla Brexit e altre compagnie del settore sono più attraenti dal punto di vista degli utili e del cash». Stesso discorso per Wizz Air: la compagnia ungherese ha sì un valido modello di business e prospettive interessanti a lungo termine, ma secondo Barclays le pressioni che derivano dal petrolio e dal dollaro, unite agli ambiziosi piani di ampliamento della capacità, potranno pesare sulla quotazione.
Tutta diversa, infine, la situazione per Ryanair. La trasformazione strategica del gruppo è già in grado di raddoppiare la redditività e la quotazione, ma il meglio deve ancora avvenire.