«Ora vogliamo guardare avanti con impegno e fiducia. I tempi del recupero dipenderanno anche dalla qualità complessiva che sapremo offrire ai nostri clienti». Flavio Ghiringhelli, presidente di Ibar (Italian board airline representatives, associazione delle compagnie aeree operanti in Italia), è proiettato verso un inverno che poggia su molte più certezze rispetto a un anno fa.
«Veniamo da un biennio difficile. Il rapporto annuale presentato al Parlamento dal presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha certificato per il 2020 un calo di passeggeri del 73% rispetto all’anno prima. Nei primi otto mesi del 2021, però, c’è stato un primo segnale di ripresa. Sia il traffico domestico che gli aeroporti del Sud e delle isole hanno registrato numeri in forte aumento. Lo stesso non è stato per i viaggi internazionali». Ma il presidente di Ibar è ottimista riguardo «alla rimozione di molte limitazioni al viaggio e alle campagne vaccinali. La completa riapertura del traffico da/per gli Usa, poi, sarà un fattore importante».
Ma anche l’industria dovrà fare la sua parte puntando sull’offerta di qualità e su un maggior dialogo anche con il governo. «Tra le compagnie aeree si è registrato un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali e la crisi ha accentuato fenomeni che erano già in atto – rimarca il presidente – penso ai servizi amministrativi, il customer care e la supervisione aeroportuale che si possono ora svolgere con modalità diverse dal passato senza penalizzare la presenza in un mercato e la qualità del servizio».
L’istituzione dei corridoi, però, sembra essere il punto di svolta. «Abbiamo apprezzato molto il provvedimento del 28 settembre che colma un gap che vedeva l’Italia penalizzata rispetto ad altri Paesi. Si è fatto un buon lavoro di squadra e si è finalmente instaurato un dialogo propositivo con le Autorità. Ora la cosa importante sarebbe istituire un tavolo di monitoraggio per valutare – insieme a tutta la filiera – i risultati di questa sperimentazione e gli eventuali futuri allargamenti».
Anche perché lo schema green pass-tamponi-corridoi sembra destinato a restare, almeno per un po’ di tempo. «Sono misure percepite come un fattore di rassicurazione e non di impedimento – ricorda Ghiringhelli – però va fatta assoluta chiarezza sugli adempimenti e vanno superate le complicazioni e le farraginosità legate all’eccesso di modulistica». E riguardo le relazioni con l’Enac negli ultimi 20 mesi, Ghiringhelli sostiene che l’Ente «è sempre stato al nostro fianco nel sostenere la necessità di armonizzare le misure, almeno in ambito europeo», ma l’agognato coordinamento tra gli Stati membri «è rimasto lettera morta».
Con il governo «ora le cose vanno molto meglio, anche per quanto riguarda la predisposizione dei progetti nell’ambito del Pnrr. Sul tavolo ci sono tematiche di grande importanza: l’intermodalità ferrovia-aereo e la disponibilità negli scali a prezzi ragionevoli del Saf (Sustainable Aviation Fuel), per esempio».
Per il futuro, però, è necessario attivare ulteriori azioni. «L’auspicio è che il governo abbia ben chiara l’urgenza di ristabilire la connettività del Paese, evitando così il rischio di perdere quote di mercato nello scenario globale. Pensiamo a due criteri guida: il miglioramento delle infrastrutture e gli investimenti mirati, con attente analisi di sostenibilità finanziaria».