by Redazione | 18 Maggio 2020 9:38
Nell’aviazione commerciale si tornerà alla normalità e quindi alle perfomance pre-covid-19 soltanto nel 2023: è la previsione tracciata dalla Iata –riportata dal media EconomicTimes – alla luce degli ultimi sviluppi della pandemia che di fatto bloccato il traffico aereo da fine febbraio scorso azzerando ricavi per i primi quattro mesi dell’anno, per tutte le compagnie aeree del mondo.
E le rigide norme sanitarie, sempre secondo la Iata, potrebbero ulteriormente appesantire la voce dei costi operativi per le aerolinee. Per l’economista Brian Pearce, specializzato nell’economia del trasporto aereo: «gli effetti del Covid-19 nei viaggi aerei si protrarranno per diversi anni e la domanda aerea si orienterà inevitabilmente verso collegamenti di breve e medio raggio, con una forte propensione a spostamenti di breve durata, purtroppo a scapito dei voli di lungo raggio».
Questo significherà una conseguente penalizzazione di destinazioni turistiche raggiungibili soltanto con transfer aerei di lunga durata.
A questo si devono aggiungere le rigide regole di sicurezza sanitaria che i singoli Stati potrebbero stabilire unilateralmente negli aeroporti nazionali: da qui la pressante richiesta degli operatori del settore all’Unione Europea di emanare appena possibile un Protocollo per la Sicurezza Sanitaria Aerea che possa essere condiviso almeno dagli stati membri dell’Unione per uniformare le modalità di accesso al servizio aereo.
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