Travel europeo in affanno:
“Piena ripresa nel 2024”
Nonostante l’estate 2021 abbia dato una bella scossa agli arrivi internazionali in Europa, complice anche il buon andamento delle campagne di vaccinazione nel vecchio continente, si prevede che entro la fine dell’anno si sarà raggiunto solo il -60% dei volumi rispetto a quelli ottenuti nel 2019.
Una timida ripresa, quindi, che conferma come i movimenti dall’estero verso l’Europa siano a un livello ancora molto lontano dal pre pandemia, con i numeri contenuti nel rapporto trimestrale European Tourism Trends & Prospects della European Travel Commission (Etc) che parla di una completa ripresa, con relativo ed eventuale sorpasso delle cifre registrate fino a due anni fa, non prima del 2024.
Il presidente della Etc, Luís Araújo, ha dichiarato: «Dal nostro ultimo rapporto emerge con estrema chiarezza il ruolo fondamentale che il vaccino ricopre nel favorire la ripresa dei viaggi. I vari vaccini antiCovid sono stati vitali per l’allentamento delle restrizioni e per dare impulso alla importante stagione estiva. Ma questo non è sufficiente. Con l’inverno alle porte è importante che l’Europa si sforzi nel ripristinare ulteriormente la libertà di movimento attuando approcci più uniformi e coerenti, sia all’interno che all’esterno dell’Unione».
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Cresce il turismo comunitario sulla spinta del green pass
Attualmente l’Europa conserva il più elevato tasso di vaccinati tra le regioni del mondo: le destinazioni europee hanno vissuto una stagione estiva sostanzialmente positiva grazie soprattutto al successo dei programmi di vaccinazione. Inoltre, la creazione del green pass è stata cruciale per avviare una ripresa il più possibile sicura dei viaggi nel continente e ha contribuito a semplificare significativamente la mobilità transfrontaliera. I viaggi nel continente, tra l’altro, hanno registrato un’impennata e rappresentano l’85% degli arrivi internazionali europei nel 2021, rispetto al 77% del 2019.
La ripresa del turismo, chiaramente, è differente da destinazione a destinazione. Prendiamo la Grecia, ad esempio: qui il rimbalzo più forte è stato avuto in termini di pernottamenti (-19% rispetto al 2019), con gli arrivi stranieri che sono stati relativamente pochi. La più forte ripresa degli arrivi rispetto ai tassi pre-pandemici è stata osservata però in Croazia (-37%), che ha esteso le sue buone performance anche in bassa stagione, accogliendo 1,9 milioni di turisti a settembre. Al contrario, la Repubblica Ceca (-94%) ha registrato il calo più evidente, a causa di restrizioni rigorose estese per l’intero arco dell’anno.
Tutte le mete di viaggio europee, a ogni modo, hanno goduto di livelli più alti di occupazione alberghiera quest’estate rispetto al 2020, sulla base dei dati di luglio-settembre.
Diverse destinazioni hanno registrato tassi di occupazione vicini al 70%, tra cui Slovenia, Regno Unito e Turchia. Anche la crescita dei passeggeri aerei europei ha guadagnato un buono slancio nei mesi di giugno (-69%), luglio (-57%) e agosto (-49%) rispetto al 2019, ma i ricavi globali passeggeri-chilometro (rpk) ad agosto sono rimasti la metà dei livelli pre-Covid. Il miglioramento relativo ai mesi estivi è stato principalmente guidato dalla domanda di viaggi aerei domestici.
La lunga strada da percorrere ancora
Anche se i viaggi in Europa hanno compiuto importanti passi in avanti nel 2021, c’è ancora molta strada da fare, dato che a metà anno gli arrivi di turisti internazionali in Europa sono ancora in calo del 77%. Va detto poi, che un’introduzione più lenta del vaccino come quella nell’Europa dell’Est può ritardare la ripresa ancora una volta, come le stime che andrebbero al ribasso. La European Travel Commission, infine, ha anche ribadito la notevole assenza di viaggiatori di lungo raggio, primi tra tutti quelli provenienti dagli Stati Uniti e dalla Cina.