Travel hi-tech, la Cina dà lezione al mondo
Made in China fa sempre più rima con hi-tech. Ormai lontana dall’essere solamente la “fabbrica del mondo”, il gigante asiatico – al momento chiuso al turismo – è sempre più all’avanguardia nelle tecnologie applicate al travel.
Se ne è parlato anche nel corso dell’ultima Bto di Firenze, dove tra gli altri sono intervenuti Jane Sun, ceo del gigante cinese delle Ota Ctrip (Gruppo Trip.com) e Ashley Dudarenok Galina, esperta di universo digitale cinese, che in collegamento da Hong Kong e Shanghai hanno spiegato come la pandemia abbia accelerato ancora di più il processo di digitalizzazione del turismo cinese.
Il new normal cinese, infatti, vede sempre più cittadini – anche anziani – relazionarsi con tecnologie legate ai viaggi.
Non soltanto QR code per i pass sanitari, ma anche servizi sempre più capillari di prenotazioni e acquisti online, sia per contingentare gli ingressi nei siti turistici, sia per effettuare un’esperienza di acquisto completamente touchless. E ancora, sottolinea Galina, «sempre più aeroporti (come quello di Pechino, ndr) e stazioni dei treni, si attrezzano con tecnologie di riconoscimento facciale e biometrico».
VIAGGI IN CLOUD. Ma la pandemia ha dato il via anche al fenomeno del cloud traveling. Come ha sottolineato Sun, durante il primo lockdown a marzo 2020 si è registrato il boom dei live streaming sulla piattaforma Ctrip grazie proprio agli esperimenti avviati dal suo direttore esecutivo Liang Jianzhang, che ha iniziato a organizzare dirette settimanali (chiamate “The Boss Livestreaming”), durante le quali lui in persona promuoveva pacchetti o prodotti turistici, generando transazioni che hanno raggiunto anche i 600 milioni di euro e spingendo la ripresa del mercato cinese interno.
Anche dopo il lockdown, però, i cinesi hanno continuato a mostrare apprezzamento per il cloud traveling, tanto che adesso le dirette dai posti più disparati del mondo – ma anche dalle zone più remote della Cina stessa – registrano milioni di visualizzazioni sui vari portali e app come Douyin (versione cinese di Tik Tok), o Mafengwo (una Ota molto in voga tra giovani e millennial). Fliggy, Ota di proprietà di Alibaba, ha realizzato diverse campagne di destination marketing, facendo dirette in live streaming da diversi Paesi, tra cui anche l’Italia e la Francia.
REALTÀ AUMENTATA E VIRTUALE. Anche le strutture ricettive, con la pandemia, hanno avuto una forte spinta alla digitalizzazione. Sono sempre di più, infatti, gli smart hotel, come quelli di HuaZhu Group (nella rubrica Qui Pechino ne avevamo già parlato) o come il Flyzoo Hotel di Alibaba, dove è possibile fare il check in completamente automatico, ricevere il room service da camerieri-robot e impostare la temperatura della propria stanza con comandi vocali.
Ma la tecnologia in Cina è centrale anche quando si visitano le attrazioni, soprattutto grazie alla sempre più comune realtà aumentata e alla realtà virtuale.
Sempre più musei e attrazioni in Cina si dotano di tecnologie di augmented reality (AR) o di virtual reality (VR) per intrattenere al meglio una clientela sempre più difficile da impressionare. Ad esempio l’area archeologica di Liangzhu (dal 2019 bene Unesco) permette, tramite l’uso di speciali occhiali chiamati Rokid Glass, di visualizzare animazioni interattive che permettono di fruire in maniera più dinamica e partecipativa della mostra. Una volta indossati gli occhiali, vengono presentate informazioni sovrapposte agli oggetti e alle reliquie del mondo reale. Simboli e totem incisi sulle reliquie appaiono quindi nel campo visivo di chi indossa gli occhiali e si può vedere e ascoltare un commento video e audio dedicato.
Ma ologrammi e riproduzioni di realtà aumentata sono usati soprattutto dai parchi a tema. Ad Haining, vicino a Shanghai, un parco divertimenti già dal 2018 attrae visitatori da tutto il Paese grazie agli spettacoli di acqua e luci con animali e figure virtuali. Lo zoo di Guangzhou consente ai visitatori di approfondire le informazioni sulle varie specie in una zona dedicata alla VR, mentre l’ acquario di Guizhou presenta un muro di meduse virtuali sensibili al tocco.
A TUTTA GAMIFICATION. Sono molte, poi, le attrazioni – ma anche gli enti del turismo – che, per attrarre un pubblico sempre più giovane, investono nella gamification.
«I cinesi vedono il gioco come un’interazione sociale – ha affermato Daniel Ahmad analista senior dell’agenzia Niko Partners al magazine Jing Culture – è considerata la migliore attività sociale al prezzo più basso. I giocatori cinesi amano giocare a casa, ma anche sui mezzi pubblici, in un ristorante o in giro per la città e per fare shopping». Il colosso tecnologico Tencent (sviluppatore di WeChat e leader nella gaming industry in Cina) ha spesso collaborato con musei e gallerie per incorporare manufatti e monumenti nei giochi della piattaforma.
Un esempio di successo è Genshin Impact, un gioco di ruolo d’avventura caratterizzato da un ambiente fantasy spirato a luoghi della vita reale nel Parco Nazionale di Huanglong. O ancora, il Museo Sanxingdui, nella provincia del Sichuan, nel sud-ovest della Cina, che ha firmato un accordo di cooperazione con Tencent mettendo a disposizione la propria licenza IP (Intellectual Property) per ricreare figures (personaggi), paesaggi ed edifici a immagine e somiglianza di quelli contenuti e mostrati nel sito. Per le musiche, ospiterà promozioni con QQ Music e tramite una collaborazione con la app QQ Reading promuoverà opere legate alla cultura Sanxingdui.
Sempre più popolari, inoltre, gli e-sport hotel, che offrono, oltre all’alloggio e alla parte food, anche la possibilità di giocare online ed organizzare tornei per sport elettronici. Sono popolari soprattutto tra i giovani, in particolare quelli di età compresa tra 19 e 39 anni. Il numero di questi hotel nel paese è aumentato di sei volte in un anno, passando da 1.200 ad agosto 2019 a 8.015 ad agosto 2020. Tra i principali marchi del settore, c’è “i Hotel”, fondato nel 2019 ha già aperto in 27 città cinesi, ha ricevuto da poco un investimento di decine di milioni di yuan da parte della OTA cinese Tongcheng-Elong.
PAROLA D’ORDINE “NTF”. Ma l’industria turistica e culturale cinese fa già ampio uso anche dei Ntf – Non Fungible Token, ovvero unità di valore digitali non quantificabili.
L’esempio più emblematico in questo senso è quello delle grotte di Mogao, situate vicino a Dunhuang, nella provincia cinese di Gansu, anche queste un bene Unesco. A settembre, il sito ha lanciato una challenge su WeChat (in una sorta di mini-programma all’interno dell’app), in cui tutti i partecipanti alla sfida hanno avuto l’opportunità di vincere uno dei 9.999 Nft in edizione limitata (coniati sulla blockchain di Tencent autorizzata dal governo, Zxinchain), tramite cui potevano fruire in maniera esclusiva (e virtuale) dei dipinti nelle grotte di Mogao.
«Questi Ntf, che sono intrisi di arte e cultura tradizionali, sono il nostro regalo ai sostenitori degli sforzi di conservazione della grotta e stabiliscono un nuovo punto di riferimento nel settore», ha detto un portavoce del Dunhuang Research Institute.
CRIPTOVALUTA SÌ, MA DI STATO: E a proposito di Blockchain, il caso dello e-yuan– la criptovaluta digitale emessa dalla Banca Centrale Cinese- è emblematico di come il Pcc sia sempre molto attento alle novità tecnologiche, e ai potenziali rischi che queste pongono alla propria sovranità. La Cina, infatti, nell’estate del 2021 ha vietato transazioni in criptovalute o monete virtuali che non fossero lo e-yuan, a causa dei potenziali rischi che questi potrebbero porre all’autorità monetaria dello Stato. Banco di prova per l’utilizzo della valuta digitale cinese, saranno le Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Nella zona di gara di Zhangjiakou, nella provincia di Hebei, sarà possibile per i visitatori utilizzare la valuta elettronica tramite le app wallet installate sui loro telefoni cellulari o tramite dispositivi indossabili come orologi intelligenti e guanti da sci o badge.
Ma il bisogno della dirigenza cinese di intervenire e plasmare l’innovazione tecnologica sulla base dei propri obiettivi, è evidente soprattutto dal quadro normativo che, negli ultimi mesi, sta regolamentando l’uso i Big Data, un’industria che entro il 2025 supererà i 400 miliardi di dollari, e il cui controllo sarà sempre più importante. La Data Security Law (Dsl), entrata in vigore a settembre, previene il trasferimento dei dati elaborati all’interno del Paese, mentre la Personal Information Protection Law (Pipl)- entrata in vigore il 1° novembre- regola le modalità di cessione dei dati personali degli utenti alle aziende che elaborano una grande quantità di dati. Molte, le app già finite sotto inchiesta per accumulo illecito di informazioni personali. Questo nuovo attegiamento del governo nei confronti dei colossi del tech, però, non è da leggere come un tentativo di bloccare i processi innovativi.
Come sottolinea Lucrezia Goldin– esperta di tematiche legate al sovranismo digitale cinese- su China Files, «dietro alla campagna di regolamentazione dei big data, c’è un obiettivo strategico di gran lunga più complesso: preparare l’industria tecnologica sotto il profilo della sicurezza informatica e reindirizzare gli sforzi produttivi delle big tech in settori più utili all’interesse nazionale».
DESTINAZIONE METAVERSO. C’è poi il capitolo metaverso. In Cina, già dal 2020 se ne parla e si investe in brevetti e in personale ad hoc. Tencent, il colosso proprietario di WeChat e di varie piattaforme di videogame, già nel settembre 2021, aveva registrato 100 marchi con la parola metaverso. La città di Zhangjiajie – nella provincia meridionale dell’Hunan – è stata definita dalle autorità cinesi “il primo centro di ricerca e sviluppo (R&S) del metaverso al mondo”. E anche se non è stato ben specificato cosa questo voglia dire, ci conferma ancora una volta una cosa molto chiara: nella corsa alla tecnologia per il turismo, la Cina non ha intenzione di stare a guardare.
Roberta Moncada: Sinologa ed esperta di turismo cinese. Ha vissuto diversi anni in Cina, per poi tornare in Italia, dove attualmente lavora per diversi Tour Operator come accompagnatrice turistica ed organizzatrice di tour ed attività enogastronomiche per turisti cinesi.
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