Travel, la ricetta per il rilancio:
digital, green e fisco leggero

22 Luglio 09:58 2020 Stampa questo articolo

Digitalizzazione, sostenibilità, ma anche sburocratizzazione e fisco più leggero. Sono queste le priorità – individuate nel corso dell’evento web dedicato al travel da PwC Italy – che potrebbero permettere al turismo italiano di rilanciarsi nel post Covid, rimettendo in moto un gran bel pezzo del Pil (il 13%) che fa leva sul 15% della forza lavoro italiana, e dando nuovo slancio all’economia del Paese, in generale in enorme sofferenza per via delle gravi ripercussioni dell’emergenza sanitaria.

«Partendo dal presupposto che, oggi, la priorità assoluta è fare il modo che le aziende restino in vita, i punti cruciali per riavviare il settore sono: sburocratizzazione, un fisco meno penalizzante che ci permetta di essere competitivi anche a livello europeo, le infrastrutture e la digitalizzazione», commenta Marina Lalli, presidente di Federturismo.

Per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, in Italia soffriamo innanzitutto «di un mancato rapporto diretto tra Stato e imprese: in ogni situazione c’è sempre di mezzo qualcuno. Qualche esempio? Per la cassa integrazione, per cui auspico assolutamente una proroga come anche per il blocco dei licenziamenti, lo ha fatto con l’Inps, sui prestiti con Sace. In altri Paese, invece, sono stati fatti bonifici diretti sui conti correnti delle imprese a fronte dei cali di fatturato avuti. Non sottovalutiamolo, questo è un problema grosso».

Così come grosso è il problema delle città d’arte, «che negli ultimi anni hanno vissuto di turismo straniero, soprattutto americano – aggiunge Bocca – Se non tornano gli americani sarà davvero dura».

Ma ci vorrà anche una svolta green, «che va anticipata – spiega Beniamino Maltese, executive vice president e cfo di Costa Group – In questo siamo molto attivi, siamo stati i primi a costruire navi lng e ora stiamo andando oltre con il biofuel. Importante, poi, anche l’accessibilità: ci candidiamo come partner in una partnership tra pubblico e privato per ripensare l’intero sistema portuale e crocieristico italiano. Fino alla digitalizzazione: il lockdown ha cambiato le nostre abitudini, e anche qui ci sarà uno sforzo importante con tutte le nostre filiere, dagli agenti di viaggi ai fornitori, per  migliorare le interazioni e superare le incertezze di fondo che condizioneranno la vita di tutti almeno per i prossimi mesi».

Quanto all’operatività, le crociere in Italia sono ferme fino al 31 luglio, «ma dal governo è arrivata una mano tesa con il decreto sviluppo, che estende la capacità per chi possiede bandiera italiana di effettuare crociere tra porti nazionali. Inoltre, stiamo lavorando attivamente con le autorità di Germania, Francia, Spagna e Grecia per avere porti aperti a condizioni di reciprocità: necessitiamo di 30 giorni per ripartire dal momento in cui abbiamo l’ok».

A intrecciarsi con i vari interventi nel corso dell’evento targato PwC Italy, le parole del ministro del Mibact, Dario Franceschini, che ribadisce come il «Piano strategico del turismo sia ancora attuale, e terminata l’emergenza sanitaria i turisti internazionali torneranno a crescere allo stesso ritmo imponente di prima. Bisognerà farsi trovare pronti».

L'Autore

Giulia Di Camillo
Giulia Di Camillo

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