by Redazione | 29 Settembre 2022 7:00
Corre (anche) sui binari dell’alta velocità l’allontanamento delle Repubbliche baltiche dal loro passato sovietico. Procede il progetto Rail Baltica: un tracciato lungo 870 km che entro il 2026 collegherà su rotaia le capitali di Lituania, Lettonia ed Estonia con Varsavia e il resto d’Europa. Si tratta del più grande progetto infrastrutturale della regione da cento anni, dal grande valore simbolico oltre che fisico.
Le basi dell’idea furono gettate già a fine anni Novanta. Nel 2001 fu firmato un accordo di cooperazione tra i vari ministri dei Trasporti. Solo nel 2010, però, venne sigliato un memorandum of understanding tra Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia per dare vita al progetto.
Ad oggi si impiegano sette ore per guidare da Vilnius a Tallinn. La nuova linea ferroviaria – che raggiungerà una velocità massima di 234 km/h – dimezzerà il tragitto a sole tre ore e 38 minuti.
Il costo del progetto, supportato anche dall’Ue, è di ben 5,8 miliardi di euro, ma si stimano benefici pari a 16,2 miliardi di euro, oltre alla creazione di 13.000 posti di lavoro diretti e altri 24.000 indiretti.
La Rail Baltica ha visto un’accelerazione dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Il ministro dei Trasporti lettone ne sottolinea il peso strategico: «È particolarmente importante garantire una connettività affidabile con l’Europa occidentale e utilizzare appieno il nuovo collegamento di trasporto ferroviario con l’Europa per aumentare le capacità di difesa del nostro Paese».
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