Appare paradossale e poco digeribile da parte dei viaggiatori – alla luce dei recentissimi disservizi, l’ultimo quello di Roma – leggere i numeri della grande sfida che attende il Gruppo Fs. Eppure il grande “serbatoio” del Pnrr ha riservato alla rete ferroviaria italiana un budget da capogiro, che sommato alle risorse interne si attesta sui 124 miliardi di euro.
Andranno investiti e spesi nei prossimi 10 anni per ammodernare una rete lunga 16.800 chilometri, di cui soltanto mille, al momento, predisposti per l’Alta Velocità. Un impegno immane che riguarda soprattutto la Rfi, proprio in questi giorni al centro delle polemiche per i gravi disagi causati da guasti tecnici.
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, dei circa 25 miliardi che il Pnrr assegna al potenziamento del trasporto su ferro, Rete ferroviaria italiana (Rfi), società capofila del polo infrastrutture del Gruppo Fs, ne ha spesi 10. La vera sfida, ora, è spendere i restanti 15 entro i prossimi due anni, per rispettare le tempistiche dettate dall’Ue.
Ebbene, Rfi ha programmato una serie di interventi straordinari sull’infrastruttura per potenziare la rete da Nord a Sud sulle principali linee ferroviarie del Paese e installare nuove tecnologie come l’Ertms, il più evoluto sistema di gestione e controllo del distanziamento dei treni. L’obiettivo è innalzare gli standard di efficienza della rete sulla quale circolano circa 10mila treni al giorno.
A rendere davvero impegnativa la sfida per il Gruppo Fs, in particolare per Rfi, è il fatto di compiere le opere di ammodernamento della rete senza attuare la chiusura totale delle linee. Più che una strategia, si tratta di una necessità, visto che un buon 60% degli spostamenti dei pendolari è assicurato dai treni e sarebbe impensabile cambiare rotta.
Nel frattempo, proprio ieri, a Milano, Frecciarossa ha celebrato in grande la sua ambizione di diventare la metropolitana d’Europa.