by Maria Grazia Casella | 12 Giugno 2024 7:00
Dalla ripresa del turismo cinese ai piani di espansione, dalle iniziative nell’ambito della sostenibilità ambientale fino alle nuove tendenze del travel asiatico e non solo. Intervista a Jane Sun, ceo di Trip.com Group, che dal 2016 guida il colosso da 22 miliardi di dollari di capitalizzazione. Una donna-manager che per la sua leadership visionaria è stata nominata da Fortune tra le Top 50 Most Powerful Women in Business e da Forbes nella World’s Most Powerful Women List. L’abbiamo incontrata nel corso del Global Partner Conference Envision 2024[1] a Shanghai, dove il Gruppo da lei capitanato ha mostrato al mondo i muscoli.
Trip.com è conosciuto soprattutto come un operatore specializzato in turismo cinese e dalla Cina. In realtà il vostro campo d’azione è ben maggiore. Su quali direttrici è strutturato il vostro business?
«Operiamo su quattro segmenti principali. Il primo sono i viaggi domestici dei cinesi all’interno della Cina, cresciuti del +20% nell’ultimo trimestre. Il secondo settore della nostra attività è portare i viaggiatori cinesi nel resto del mondo, dove vediamo sviluppi positivi soprattutto verso i paesi dove si registra un aumento della capacità dei voli e una semplificazione del rilascio dei visti. Il terzo ramo è il turismo estero su estero, dove registriamo una crescita a tre cifre e per il quale stiamo costruendo una rete di partner globale molto forte, che consente ai nostri clienti di viaggiare in tutto il mondo. L’ultimo segmento sono i viaggi inbound verso la Cina, settore che è ancora agli inizi, soprattutto se paragonato ad altre destinazioni. Solo lo 0,3% del Pil cinese proviene dai viaggi in entrata, mentre per la Thailandia, per esempio, rappresenta circa il 12-13% del Pil. Fanno molto bene anche Italia, Francia, Singapore e Giappone, con circa il 5% del loro Pil associato ai viaggi in entrata. Il nostro obiettivo, quindi, consiste nel puntare sempre più sui viaggi come un ponte tra la Cina e il resto del mondo».
Il Gruppo ha piani ambiziosi di espansione a livello internazionale. Qual è l’outlook per i prossimi mesi?
«Innanzitutto, partiamo dalla Cina per espanderci in Asia. In seguito al raggiungimento dei nostri obiettivi in Asia, puntiamo a espanderci ulteriormente in Medio Oriente, Europa, America e nel resto del mondo. Sui viaggi in uscita il mercato recupera circa il 70% per l’aumento della capacità dei voli. Ma abbiamo già superato il livello del 2019. La stima del settore è che entro la fine dell’anno dovremmo vedere una ripresa del mercato pari a circa l’80%. Ma, in realtà, la speranza è che Trip.com superi di gran lunga questa cifra».
Il turismo outbound cinese non si è ancora completamente ripreso. Dal suo punto di vista, quali sono gli ostacoli a un recupero totale del settore?
«Ci sono due ostacoli principali alla ripresa: il primo sono i tempi di rilascio dei visti; il secondo collo di bottiglia riguarda la capacità dei voli. Finora, destinazioni come gli Stati Uniti hanno recuperato circa il 40%, l’Europa si è ripresa al 60-70% circa. Nel contempo, ci sono Paesi come ad esempio Abu Dhabi, Dubai, gli Emirati Arabi Uniti in generale, il Qatar e l’Arabia Saudita, che stanno andando molto bene. Perché? Offrono il visto gratuito ai cittadini cinesi. Lo stesso vale per Singapore, la Malesia e la Thailandia, mete scelte da migliaia di turisti. Quest’anno, per il Capodanno cinese, Australia, Nuova Zelanda e Sudafrica sono state le tre principali destinazioni a lungo raggio grazie alla facilità di rilascio dei visti e alla crescita dell’offerta di collegamenti aerei. Man mano che questi due problematiche saranno contenute, saremo in grado di portare un maggior numero di turisti anche in altre destinazioni del mondo».
Il turismo cinese, come nel resto del mondo, è stato duramente colpito dalla pandemia. Come avete reagito per fronteggiare questa crisi epocale che ha sconvolto il pianeta?
«La nostra filosofia è sempre stata: i clienti al primo posto, i partner al secondo e Trip.com al terzo. La nostra azienda prende molto sul serio la responsabilità sociale e durante il covid, quando la Cina ha bloccato i confini, milioni di clienti si sono trovati con viaggi annullati. Trip.com è stata la prima azienda a prendere in prestito 20 miliardi per rimborsare i clienti. Questa è la dimostrazione di come mettiamo i nostri clienti al primo posto. Abbiamo notato anche che molti nostri partner commerciali di piccole e medie dimensioni erano a corto di liquidità. Abbiamo creato un fondo di partenariato da 2 miliardi per aiutare i nostri partner in tutto il mondo con il loro flusso di cassa».
La sostenibilità ambientale è un tema particolarmente sentito nel settore dei viaggi. Quali iniziative state adottando in questo ambito?
«La sostenibilità è molto importante nella nostra scala di valori improntata sui fattori Esg e ci impegniamo a ridurre le emissioni del 50% entro il 2030. Incoraggiamo gli hotel a installare pannelli solari, a limitare i consumi energetici e ad aderire a standard sostenibili. Per le strutture che rispettano determinati criteri, abbiamo introdotto la classificazione Low Carbon Hotels. Un’etichetta verde molto apprezzata dai clienti, in particolare dai più giovani, che per gli hotel si traduce in un aumento significativo di vendite e conversioni. Riguardo ai voli, diamo priorità a quelli con minori emissioni di carbonio, consigliando sulla nostra piattaforma le soluzioni più efficienti. Lo stesso vale per il noleggio di veicoli elettrici ed elettronici».
Quali sono le principali tendenze di viaggio che state riscontrando nell’area asiatica negli anni post pandemia?
«Stiamo rilevando tre tendenze di viaggio in forte crescita. Innanzitutto, i giovani sono molto interessati ai grandi eventi come festival musicali, concerti, manifestazioni sportive. Quindi, quando la cantante Taylor Swift ha tenuto un concerto a Singapore, abbiamo registrato un record di vendite. Altro trend rilevante è relativo ai soggiorni benessere, specialmente nelle Filippine, Thailandia, Indonesia e Malesia che offrono bellissimi resort di questo genere. L’ultima tendenza riguarda il fatto che le persone preferiscono sempre più viaggiare da sole o in piccoli gruppi. È a questo target che si rivolge la nostra offerta di viaggi su misura, con proposte personalizzate sulle diverse esigenze».
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