Il gruppo di agenzie di viaggi in franchising Info Vacanze è finito nel mirino della Guardia di Finanza e i vertici dell’azienda sono indagati per truffa. Secondo il Comando Provinciale delle Fiamme gialle di Gorizia, infatti, nell’ambito dell’operazione “Discovery Fly” (che prende il nome da un brand dell’azienda) si è scoperto come i quattro indagati raggirassero in rete giovani in cerca di lavoro, impegnandoli, in maniera “truccata” a comprare pacchetti vacanza del valore di oltre 2.000 euro.
Secondo il quotidiano TriestePrima, che ha riportato la notizia, sono circa una decina i ragazzi vittime della truffa tra le province di Gorizia, Udine, Treviso, Varese, Taranto, Venezia, Padova, Ragusa e Foggia. L’indagine – che ha portato a perquisizioni e sequestri dei confronti di quattro persone – ha appurato il sistema per cui alcuni giovani venissero attirati attraverso annunci di lavoro per consulente turistico e attività di brokeraggio turistico pubblicati su internet dalla srl che ha sede a Marcon (in provincia di Venezia), ma che è presente su tutto il territorio nazionale con oltre 80 agenzie di viaggi legate in franchising.
Le indagini, svolte dai finanzieri della Compagnia di Monfalcone, sono partite in seguito di una denuncia presentata ad aprile 2019 da una ragazza goriziana. Secondo i militari, dopo i primi colloqui, i ragazzi vittime del raggiro venivano invitati a partecipare a un corso di formazione effettuato mediante una video-chiamata. “In sede di colloquio, ai candidati veniva illustrato il lavoro proposto consistente, di fatto, nella vendita “porta a porta” di pacchetti denominati Discovery Fly (al costo di 2.200 euro), con la promessa di ricevere una provvigione di 300 euro per ogni pacchetto venduto”, sostiene il quotidiano triestino. Ai giovani neo-procacciatori non sarebbe stato comunicato “o veniva accennato in modo non trasparente”, però, l’obbligo di acquistare un pacchetto Discovery Fly a un prezzo compreso tra 800 e 1.800 euro, “da corrispondere previa stipula di un contratto di finanziamento.
Tuttavia, sottoponendo in visione ai ragazzi i contratti di finanziamento, di cui non avevano mai ricevuto copia, si è potuto constatare che tali contratti riportavano firme apocrife e dati non veritieri”, conclude il quotidiano.