È di oltre 1.200 morti il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, dello tsunami che venerdì 28 settembre ha colpito l’isola centrale di Sulawesi in Indonesia dopo il terremoto di magnitudo 7.5.
L’ong indonesiana Aksi Cepat Tanggap riferisce di 1.203 corpi ritrovati sull’isola, tra Palu e Donggala. I volontari del soccorso indonesiano hanno scavato sulle colline sopra la città di Palu una fossa comune di 100 metri per seppellire oltre 1.000 morti e ridurre i rischi sanitari nell’area. Continuano intanto le ricerche dei possibili superstiti. Tra le macerie di un complesso residenziale crollato durante il sisma potrebbero essere rimaste intrappolate tra le 100 e le 200 persone. È quanto riferito dal responsabile del villaggio dove sorgeva il complesso, secondo il quale molti corpi sono stati estratti ma altre 90 persone sarebbero disperse.
Da fonti della Farnesina si apprende che al momento non risultano italiani coinvolti nella doppia catastrofe che ha colpito l’isola indonesiana di Sulawesi. L’Unità di crisi del ministero degli Esteri dichiara di essere in stretto raccordo con l’ambasciata italiana in Indonesia e con le autorità locali, continuando a monitorare la situazione nonostante le difficili condizioni dell’area.
Il presidente dell’Indonesia Joko Jokowi Widodo ha autorizzato il Paese ad accettare l’aiuto internazionale e il governo ha quindi lanciato un appello per chiedere l’assistenza d’emergenza.