L’Indonesia continua a tremare. Dopo un’estate terribile per lo Stato asiatico, una fortissima scossa di terremoto di magnitudo 7.5 sulla scala Richter ha colpito l’isola centrale Sulawesi poche ore fa e ha ha provocato uno tsunami che si è abbattuto sulla città di Palu, la capitale della provincia, spazzando via case e persone.
La conferma arriva dal portavoce dell’istituto geofisico indonesiano, Hary Tirto Djatmiko. La tv indonesiana mostra un video girato con il cellulare con una potente onda che colpisce Palu, con persone che urlano e scappano. In precedenza, un portavoce dell’agenzia per i disastri indonesiana, Sutopo Purwo Nugroho, aveva detto che l’allerta tsunami era stata scongiurata. Alcune ore prima c’era stata un’altra serie di scosse sull’isola di Sulawesi, la più forte delle quali aveva raggiunto 6.1 di magnitudo.
La Us Geological Survey ha dichiarato che la più forte delle due scosse, quella di magnitudo di 7.5, ha avuto una profondità di 6 miglia (10 chilometri), e l’epicentro a circa 56 chilometri a nord est della città centrale di Sulawesi, Donggala.
Secondo un funzionario dell’agenzia di crisi Akris, «molte case sono crollate. È successo mentre abbiamo ancora difficoltà a recuperare i dati dai nove villaggi colpiti dal primo terremoto. La stima iniziale, basata sull’esperienza, è che ci siano danni estesi da Palu verso nord a Donggala». I filmati hanno mostrato persone che correvano per le strade, ma la comunicazione con la regione indonesiana sembra difficile.
Il bilancio del terremoto è provvisorio e la situazione sembrerebbe aggravarsi: si parla di almeno una vittima accertata, decine di feriti e case danneggiate o interamente crollate. L’Indonesia è soggetta a terremoti a causa della sua posizione sull’anello di fuoco, una catena di vulcani collocata sulle linee di faglia del bacino del Pacifico, quindi molto instabile e pericolosa, che da origine a continue scosse e smottamenti del terreno.
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