Tu chiamala se vuoi turismofobia

Tu chiamala se vuoi turismofobia
22 Luglio 12:01 2024 Stampa questo articolo

Il tema è caldo, anzi caldissimo. Come questi ultimi giorni di luglio. L’ultima protesta spagnola contro l’overtourism risale a poche ore fa: domenica 21 luglio a Palma di Maiorca (isole Baleari) circa 20mila manifestanti sono scesi in piazza contro appunto l’overtourism, chiedendo di modificare il modello che, secondo loro, sta danneggiando l’isola.

Cambiamo rotta e poniamo dei limiti al turismo” è stato lo slogan principale, accompagnato da altri cartelli come “Il vostro lusso, la nostra miseria” e “Non è turismofobia, sono numeri: 1.232.014 residenti, 18 milioni di turisti”. Tra bandiere e striscioni, i manifestanti hanno sfilato per le strade più visitate della città. La protesta è stata indetta da circa 80 tra organizzazioni e gruppi che vogliono porre dei limiti all’eccesso di turisti nelle isole Baleari, in particolare a Maiorca, Minorca e Ibiza. Sostengono che l’attuale modello di turismo porta allo stremo i servizi pubblici, danneggia la natura e rende sempre più difficile per i locali acquistare o affittare abitazioni.

Non si tratta della prima manifestazione a Palma quest’anno: già a maggio la comunità locale era scesa in piazza al grido di “Maiorca non è in vendita”.

Protesta che a sua volta si ispirava a quella di fine aprile alle Canarie.

Due settimane fa, a Barcellona, migliaia di residenti hanno bersagliato i turisti con pistole ad acqua invitandoli a “tornare a casa”.

E qualche giorno prima, anche Malaga e Cadice si sono ribellate al turismo di massa.

La Spagna, insomma, è in “rivolta” contro un modello che crea difficoltà ai residenti.

Il presidente dell’Ente del Turismo spagnolo Juan Molas, in un’intervista a Preferente, cerca di analizzare la situazione, riconoscendo che è necessario affrontare questo problema rapidamente ma ricordando al contempo che il Paese «continua ad accogliere i turisti a braccia aperte».

Parte dal caso Barcellona, che ha avuto un impatto mediatico notevole a livello internazionale. «La turismofobia può avere gravi conseguenze. Questo tipo di azioni sono sempre motivo di preoccupazione, poiché non solo generano un grande impatto mediatico, ma possono anche influenzare negativamente la percezione della Spagna come destinazione turistica – dice Molas –Alcuni tour operator potrebbero scegliere di indirizzare i propri clienti verso destinazioni diverse dalla Spagna, causando gravi perdite all’industria turistica. È essenziale affrontare questo problema tempestivamente, sulla base di una strategia chiara tra i diversi attori, per continuare a perpetuare l’immagine della Spagna come destinazione attraente e sicura per i turisti. Il Paese è da sempre sinonimo di accoglienza e ospitalità, caratteristiche che ci hanno reso destinazione preferita a livello mondiale ed è fondamentale trasmettere il messaggio che i turisti sono sempre i benvenuti».

Tra le conseguenze delle manifestazioni contro l’overtourism, c’è stata, nei giorni scorsi, la presa di posizione di Clia, l’associazione internazionale che rappresenta le compagnie di crociera: «Si prenderà in considerazione la possibilità di modificare gli itinerari se dovessimo temere che non tutti i passeggeri siano trattati bene», ha affermato Marie-Caroline Laurent, direttrice europea di Clia.

Molas però non crede che i turisti possano cominciare ad avere paura di arrivare in Spagna, ma «la situazione attuale evidenzia la necessità che la popolazione spagnola riconosca il prezioso contributo del turismo alla nostra società ed economia – ribadisce – Inoltre, le manifestazioni contro questa industria non riflettono il sentimento generale del Paese. La stragrande maggioranza degli spagnoli continua ad accogliere i turisti a braccia aperte e noi ci impegniamo a garantire che la Spagna rimanga una destinazione sicura e accogliente per tutti».

Il vento caldo delle proteste soffia forte fino all’Italia, dove sono numerose le destinazioni “infastidite” dall’eccessiva presenza di visitatori. Il ministro del Turismo Daniela Santanchè, su X, invita però a essere più tolleranti: «Ma quale overtourism. Non lamentiamoci dei troppi turisti. Anche loro hanno diritto di vedere quello che noi ci godiamo tutto l’anno», scrive sul suo profilo.

L'Autore

Claudia Ceci
Claudia Ceci

Giornalista professionista, redattore. Specialista nel settore viaggi ed economia del turismo e delle crociere dopo varie esperienze in redazioni nazionali tv, della carta stampata, del web e nelle relazioni istituzionali

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