Le basi sono state gettate, ora è tutto nelle mani dei professionisti. Potrebbe sintetizzarsi così la giornata di visite ufficiali in Tunisia di Dorina Bianchi, sottosegretario Mibact, per l’incontro bilaterale Tunisia-Italia. «Sono lieta di essere qui per continuare le operazioni di consolidamento nei rapporti tra i nostri due Paesi. Una visita che avevamo stabilito già mesi fa in occasione della riapertura dell’Hotel President di Sousse e che intende arrivare a un unico scopo: migliorare la presenza degli italiani in Tunisia. Quest’anno c’è già stato un incremento del 19% dei turisti italiani ma sappiamo di poter fare di più, il nostro governo si sta impegnando molto in questa ripresa con un partner, la Tunisia, per noi importante e strategico», ha detto il sottosegretario.
Rilancio è la parola chiave del 2017 anche per il ministro Selma Elloumi: «Dopo il 2015 la programmazione sulla Tunisia è stata drasticamente tagliata dagli operatori italiani. Oggi le liti e i contenziosi tra i professionisti italiani e tunisini frenano il ritorno degli italiani: siamo qui anche per dimostrare che il governo tunisino, così come quello italiano, vuole aiutarli a risolvere questi diverbi».
Oltre a far sedere nella stessa stanza i professionisti di entrambi i Paesi per uscirne, si spera, con qualcosa di meno effimero di pacche sulle spalle e promesse, tanto che è presente Eden Travel Group che aveva diminuito molto l’offerta sulla destinazione, e InViaggi che pare sia interessata a rilevare una struttura in loco, la visita ha anche portato Dorina Bianchi a incontrare il ministro della Cultura, Mohamed Zine El Abidine, in un’ottica che vede il turismo culturale importante e proficuo per entrambi i Paesi (in Tunisia ci sono ben 200 siti collegati all’Impero romano) e a parlare di collegamenti aerei. Tutte azioni che seguono il memorandum firmato a febbraio scorso.
La Tunisia sta dialogando, anche se ormai a stagione già iniziata, con il broker charter People Fly che utilizza voli operati dalla compagnia aerea Aviro Air che dalla Sardegna collegherà alla Tunisia anche la Cina e con Open Sky che però non dovrebbe operare prima della prossima stagione. Incertezza per i voli charter invece sull’autunno-inverno, momento in cui a decidere tutto sarà la domanda.
Per far tornare gli italiani in Tunisia però (-80% nel 2016 rispetto al 2010) serve un cambio di percezione sulla destinazione, non solo collegamenti, per questo il ministero del Turismo ha deciso di cambiare completamente strategia di comunicazione che ora sarà anche digitale e personalizzata sul mercato italiano: prenderà il via a partire da settembre e sarà realizzata con un consistente budget.
Quali saranno i temi su cui verterà al momento è impossibile saperlo, ma in questi anni di impasse turistica la Tunisia non è stata con le mani in mano e ha imparato a diversificare i tipi di turismo puntando su vari assi nella manica. A cominciare dal turismo medicale che ogni anno tra chirurgia plastica, addominale e cardiovascolare porta nel Paese 500mila persone.
Un tempo l’80% dei villeggianti arrivavano in Tunisia per il mare, oggi c’è il turismo culturale-archeologico, il congressuale, quello legato al deserto del Sahara, ma anche quello bio-agricolo e nautico grazie a quattro porti importanti e a costi di manutenzione e rimessaggio inferiori del 50% rispetto all’Italia. E tutti possono contare su una capacità di 250mila posti letto sparsi in tutto il Paese.
Inoltre, per completare il nuovo look della Tunisia come destinazione value for money e non più low cost, presto arriverà un bollino, il quality label per i professionisti, che attesterà l’alto standard di servizi e strutture. Lo sviluppo del progetto è a uno stadio avanzato tanto che il marchio esiste già graficamente e ora si sta studiando la campagna di comunicazione più adatta per lanciarlo.