by Redazione | 1 Aprile 2022 7:00
Quarto appuntamento con il programma di e-learning di Block Notes Digital dedicato alle adv per diventare Turespaña Expert. In questo modulo della formazione la protagonista è l’Andalusia.
Cultura, festa, storia, gastronomia e natura: in queste cinque parole è concentrata l’essenza dell’Andalusia, una delle zone più “calde” d’Europa. Fin dai tempi antichi l’Andalusia esercitò un fascino irresistibile sui viaggiatori. La regione spagnola più meridionale della penisola iberica unisce, in un vertice, due continenti: l’Africa e l’Europa s’avvicinano in questa terra di contrasti, caratterizzata da un clima generoso, lunghe spiagge dorate, ripide montagne, e fertili pianure attraversate dal fiume Guadalquivir, e poi vasti campi di olivi e tante colline dove s’adagiano paesini bianchi e città ricche di monumenti.
Lungo le acque dell’Atlantico e del mare Mediterraneo, è formata da otto province: Huelva bagnata dall’Oceano Atlantico, Cadice che insieme a Málaga, Granada e Almeria si affaccia anche sul Mediterraneo, mentre le province interne sono tre: Jaén, Cordova e Siviglia, che vedono il loro territorio solcato dalla valle del Guadalquivir.
L’Andalusia è una regione di tradizioni forti e questo si evince dando uno sguardo alle due colonne presenti nello stemma della bandiera andalusa. Secondo la leggenda Ercole, figlio di Zeus nonché divinità greco-latina, separò l’Europa dall’Africa creando lo Stretto di Gibilterra e consentendo al Mare mediterraneo di nascere grazie alle acque dell’Atlantico.
Il modo migliore di conoscere la storia e la cultura dell’Andalusia è percorrendo i suoi spazi dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Dai primi insediamenti dell’antichità, allo splendore della civiltà araba senza dimenticare l’impronta che lasciò la scoperta dell’America in questa regione. A Granada si trovano l’Alhambra, il Generalife e l’Albaicín, a Cordova il centro storico, con la moschea, a Siviglia la cattedrale, l’Alcázar e l’Archivio delle Indie, e a Jaén i complessi monumentali di Úbeda e Baeza. Inoltre, Le persone che visitano l’Andalusia dicono sia speciale e, in gran parte, lo è grazie alla passione con cui la gente del posto vive la cultura e le tradizioni; in feste come la Settimana Santa, il carnevale di Cadice, il pellegrinaggio del Rocío a Huelva o la fiera di aprile di Siviglia sarà impossibile non innamorarsi di questa terra.
L’Andalusia e anche un paradiso naturale Il 17% dell’intera superficie regionale entra nella categoria di “spazio naturale protetto”. Esistono tre parchi nazionali: Doñana, Sierra Nevada e Sierra de las Nieves, nonché ventidue parchi naturali e 9 riserve della biosfera distribuiti lungo la fascia costiera e l’interno. Sono 28 le riserve naturali, che nella maggior parte dei casi occupano zone umide e favoriscono pertanto il mantenimento di una flora e una fauna abbondanti. A tutto ciò bisogna aggiungere una trentina di “aree naturali”: denominazione più generica che comprende molto spesso zone ricche dal punto di vista geologico. In questo territorio con una natura così varia è possibile visitare deserti come quello di Tabernas, paessaggi alpini come nella Sierra Nevada oppure praterie costellate di querce a Huelva.
La diversità di territorio e di clima fanno dell’Andalusia una regione con una grande varietà di prodotti alimentari. La classificazione tradizionale del suo territorio distingue tra montagna, campagna e costa, ma non risulta sufficientemente descrittiva, perché alcune montagne sono aride e altre registrano il livello di precipitazioni più alto della Spagna, nella campagna si passa dalle distese di cereali, alle pendici coperte di uliveti e ai fertili orti delle piane, mentre le coste, atlantica e mediterranea, presentano importanti differenze nella produzione peschiera. Se il futuro della cucina si trova nella disponibilità di una varietà di eccellenti materie prime, l’Andalusia ha ottime possibilità di diventare un modello gastronomico. Considerando anche la tradizione culinaria, la fantasia e le tecniche moderne, già presenti nella cucina andalusa, possiamo essere certi che raggiungerà un livello insospettabile nel prossimo futuro.
A proposito di materia prime eccellenti, senz’altro uno dei prodotti più famosi è il Prosciutto Iberico, e proprio a questo prodotto è dedicato l’itinerario del Jabugo nella provincia di Huelva. L’influenza del maiale iberico in questa regione è radicata da secoli nelle sue città, nei suoi costumi, nella sua gente e persino nel suo paesaggio: la Dehesa, ovvero un bosco rado di querce e lecci, con sottobosco a pascolo. Spazio ancestrale per l’allevamento del suino “Pata Negra” e del bovino iberico, ultimo riparo per molte specie in via d’estinzione come l’avvoltoio, la cicogna nera o la lince ibérica.
Il principale protagonista nella storia di questa prelibatezza è il maiale iberico. Una razza autoctona che nel tempo ha sviluppato caratteristiche che l’hanno resa speciale e unica. A fare la differenza rispetto agli altri prosciutti è che in questo caso i maiali sono allevati nei pascoli in maniera estensiva e hanno, a differenza dell’allevamento intensivo, la possibilità di muoversi liberamente.
In base all’origine e all’alimentazione dell’animale, segnalate tramite un codice colorato, si individuano differenti categorie di prosciutto iberico. L’ etichetta bianca viene usata quando il maiale è iberico, ma è stato allevato in cattività e alimentato con mangimi. L’ etichetta verde indica che l’animale è di razza iberica e ha pascolato liberamente alimentandosi con mangimi naturali. L’ etichetta rossa identifica i prosciutti ottenuti da maiali di vario tipo alimentati a ghiande. L’ etichetta nera è riservata ai prodotti di qualità superiore, i cosiddetti prosciutti “pata negra” che provengono da maiali 100% iberici alimentati a ghiande.
L’itinerario del Jabugo oggi riunisce l’essenza dell’allevamento tradizionale del maiale iberico che continua a scandire, con un ritmo lento, lo scorrere del tempo in questo angolo naturale. Questo itinerario si snoda all’interno della Sierra de Aracena e i Picos de Aroche, una parco naturale che ospita popolazioni di maiale iberico, e racchiude tutto ciò che ruota attorno al suo allevamento, macellazione e successiva produzione di prosciutto. Perché tutto, proprio tutto su questa terra, è da secoli intrinsecamente legato a questo animale quasi sacro nella vita quotidiana degli uomini e delle donne dei suoi popoli.
L’itinerario parte dalla località di Aracena, che si trova nella parte settentrionale della provincia di Huelva. Presenta l’architettura tipica dei paesini andalusi, con casette bianche che spiccano nel paesaggio verde della sierra. Il centro storico, dichiarato Bene di Interesse Culturale, e la Grotta delle Meraviglie, sono i maggiori punti di interesse a livello turistico. La Grotta delle Meraviglie è una delle cavità sotterranee più estese della Spagna, il cui interno è di una bellezza straordinaria. Possiede dodici sale e sei laghi con stalattiti e stalagmiti.
Tra i monumenti di Aracena ricordiamo l’area fortificata, composta dal Castello di Aracena e dalla Chiesa di Nuestra Señora del Mayor Dolor. Visita obbligata è il Museo del Prosciutto Iberico.
Il centro urbano di Almonaster la Real, dichiarato sito di interesse culturale, è formato da un castello arabo, case in stile mudéjar e gotico e una moschea più antica di quella di Cordova. Questo comune si trova nella parte centrale del parco naturale della sierra di Aracena e dei Picos de Aroche. Il centro urbano si estende ai piedi di un castello del XVI secolo dichiarato bene di interesse culturale e della chiesa-moschea di Nuestra Señora de la Concepción.
Tra i monumenti di grande interesse ricordiamo anche l’eremo di Santa Eulalia de Mérida, del XV secolo, costruito su un tempio romano e dichiarato monumento nazionale per i meravigliosi affreschi di scene della vita dell’apostolo Giacomo, e la Chiesa parrocchiale di San Martín, del XIV e XVI secolo, in stile gotico mudéjar, con un portale in stile manuelino (o tardo gotico portoghese). Si possono visitare anche altre località della zona per conoscere a fondo questo meraviglioso prodotto: Cortegana o Jabugo.
La costa di Almería è famosa per le sue cale e le sue spiagge vergini nelle quali godersi il mare in totale tranquillità. Alcune delle migliori sono situate nel Parco naturale di Cabo de Gata – Níjar che vanta, inoltre, meravigliosi paesaggi di origine vulcanica. Da non dimenticare che questa è probabilmente la zona più soleggiata d’Europa per circa il 95% dei giorni dell’anno.
Per comprendere il motivo per cui questa zona della costa spagnola offre una dose extra di tranquillità e relax vale la pena visitarla. Le spiagge selvagge poco affollate (Mónsul, Los Genoveses, Las Salinas, Cala del Plomo, Cala de Enmedio…) si alternano ad altre urbane (San José, Agua Amarga, La Almadraba…) più gettonate soprattutto nei mesi di luglio e agosto. Il percorso da nord a sud del parco parte da Carboneras e si conclude a San Miguel di Cabo de Gata, attraversando località come: Agua Amarga, Fernán Pérez, Las Negras, Rodalquilar, Isleta del Moro e San José.
La coscienza ecologica è molto presente nella maggior parte delle attività di svago e negli alloggi del Cabo de Gata-Níjar. Le opzioni sono varie. Piccoli hotel affascinanti, case rurali perfettamente integrate nel paesaggio, cortijos riconvertiti in fattorie ecologiche, ostelli nelle tipiche case dei pescatori, campegg. La posizione dipenderà da cosa si cerca, se si preferisce stare in un ambiente popolato o in un alloggio isolato, con chilometri di natura che vi separano dal resto del mondo. Tra i suoi paesi, Mojácar (con il suo seducente tracciato di case bianche), il porto peschereccio di Carboneras e Roquetas de Mar (con le sue grandi spiagge) sono da non perdere.
Mojácar si estende su una collina alle pendici della Sierra Cabrera. Di impronta araba, il nucleo urbano conserva una singolare struttura di terrazze, angoli e strade strette. Nel suo patrimonio artistico spicca la chiesa rinascimentale di Santa Maria, dei secoli XVI e XIX, il castello di Mojácar, del XV secolo, e la Porta della Città e il torrione, unici superstiti delle antiche mura di cinta. A valle della cittadina si trovano oltre cinque chilometri di magnifiche spiagge.
Nella costa del Sol, oltre a visitare i paesi costieri e fare un bagno in una delle spiagge affacciate sul Mediterraneo, è possibile addentrarsi nella cultura dell’Andalusia. In questa zona troverai alcuni dei tipici paesi bianchi più belli dell’Andalusia. Visitare questa zona consente di vivere innumerevoli esperienze, tra cui addentrarsi in luoghi immersi nella natura, scattare foto delle casette imbiancate a calce e decorate con vasi e fiori colorati, passeggiare tra i ripidi vicoli fino a giungere a una deliziosa piazzetta, ammirare la sierra sullo sfondo, scoprire le orme di un passato arabo e cristiano.
È un itinerario facilmente percorribile in auto per scoprire questi paesi e vederli comparire tra le montagne come fossero miraggi… Un’esperienza davvero unica. Eccone tre che si trovano vicino a Malaga quindi facilmente raggiungibili in auto per chi alloggia in città.
Frigiliana: vale la pena passeggiare per le sue strade strette con passaggi che ricordano il suo passato moresco, scoprire l’unica fabbrica tradizionale di miele attiva in Europa o ammirare il paesaggio.
Casares: consigliamo di raggiungere il suo castello di origine araba, posto nella parte più alta del paese. Da qui sono passati iberi, fenici, romani… un luogo ricco di storia.
Ronda: il centro storico, luogo che affascinò Hemingway, Orson Welles e Rilke. è stato dichiarato bene di interesse culturale. Queste terre vennero abitate da celti, fenici, romani e arabi, prima di essere riconquistate dai Re Cattolici. È uno dei paesi più graziosi della Spagna. Affacciarsi dal suo Ponte Nuovo, con 98 metri di altezza, è un’esperienza che non si dimentica facilmente. La cosiddetta “città dei castelli” si erge su un promontorio naturale ed è difesa da un’alcazaba sul lato più accessibile. Ancor oggi si possono ammirare le mura e le porte più importanti che davano accesso alla città.
In quest’area cintata si distingue la costruzione gotico-rinascimentale della chiesa dell’Espíritu Santo, fatta costruire da Fernando il Cattolico per commemorare la riconquista di Ronda. Un altro importante edificio religioso è Santa María la Mayor, in cui si ritrovano elementi arabi e cristiani. Un’altra eredità musulmana sono i bagni arabi, sulle rive del fiume. Risalgono al XIII secolo e sono ben conservati. L’architettura civile di Ronda è ammirabile in case ancestrali e palazzotti aristocratici.
E infine Malaga, una città piena di angoli storici come la Alcazaba, una delle principali fortezze arabe dell’Andalusia, o il Castello di Gibralfaro, da cui è possibile ammirare probabilmente la vista migliore sulla città. Ai piedi del castello si estende il teatro romano e un centro storico da visitare passeggiando. Attraverso le sue vie, è possibile scorgere luoghi come il Mercato delle Atarazanas, dove provare un vermú, e monumenti come la Cattedrale, conosciuta come “La Manquita” per la torre destra, rimasta incompiuta. Imperdibile è la visita ai tetti: l’esperienza è unica. Questa è la città di Picasso e infatti nel centro storico si trova un museo dedicato al pittore, da non perdere, ed è inoltre possibile visitare la sua casa natale.
Malaga, però, non vive solo del suo passato. Di recente, infatti, sono stati inaugurati il Museo Carmen Thyssen, l’unico Centro Pompidou esistente fuori dalla Francia – il cubo colorato è già diventato un simbolo – e la Collezione del Museo Russo di San Pietroburgo.
Chi cerca proposte culturali più underground non può infine perdersi il Centro d’Arte Contemporanea, l’arte urbana delle facciate e i locali del quartiere alternativo di Soho.
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La quinta e ultima lezione dal titolo “Ibiza e Formentera, due gioielli del Mediterraneo” sarà online su lagenziadiviaggimag.it martedì 5 aprile.
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