by Andrea Lovelock | 22 Luglio 2024 12:59
Bella e sana. Si riassume in questi due aggettivi l’istantanea scattata dal presidente di Ita Airways, Antonino Turicchi, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera a pochi giorni dal matrimonio con Lufthansa[1], annunciato dopo aver incassato il via libera dalla Commissione Ue[2]. Accanto al versamento di 325 milioni di euro per l’acquisizione del 41% di Ita da parte del Gruppo tedesco, c’è da affrettarsi a dar seguito ai remedies[3] inoltrati a Bruxelles che vanno attuati entro 4 mesi. Finalmente gli sposi sono giunti all’altare[4] dopo lunghe tribolazioni[5]. E con i consumatori ancora dubbiosi[6].
Nel corso della lunga intervista Turicchi alterna frasi prudenti a una palese soddisfazione per un primo traguardo raggiunto ricordando che «con 460 voli al giorno, vale a dire il 25% in più dell’anno scorso, e 99 aerei in flotta, affrontiamo la stagione estiva, che è la fase più importante dell’anno, e dobbiamo dimostrare di essere in grado di onorare l’offerta messa sul mercato».
Il presidente esecutivo del vettore si sofferma poi a elencare alcuni dati finanziari d’un certo rilievo: «I ricavi complessivi ammontano a 1,2 miliardi di euro (+33% rispetto al primo semestre 2023), di cui circa la metà sono relativi ai collegamenti di lungo raggio (cresciuti del 48%). Da gennaio a giugno abbiamo trasportato 8,3 milioni di passeggeri (+26%) e i nostri aerei hanno volato con un tasso di riempimento medio del 79%: 82% sui voli intercontinentali, 74% su quelli nazionali».
Turicchi ricorda poi che Ita ha avviato oltre 250 milioni di euro di investimenti nella flotta e che a fine giugno la cassa operativa ha segnato 380 milioni di euro: «Dobbiamo ancora incassare i 240 milioni di dollari (220 milioni di euro, ndr) di un ulteriore finanziamento. La generazione di cassa a livello operativo nel semestre è stata di oltre 100 milioni».
Dai numeri ai fatti operativi, in particolare un focus sulla flotta, che per Turicchi è uno dei principali punti di forza del vettore in vista del suo piano di sviluppo: «Quasi il 60% dei nostri aeromobili è di nuova generazione. E quelli che stanno dando più soddisfazioni anche ai passeggeri sono gli Airbus A350 e gli A220. Non c’è stata compagnia europea che abbia immesso tanta offerta quanto abbiamo fatto noi, cosa che ci ha consentito di guadagnare quote di mercato. Sui voli nazionali siamo sopra il 30%».
Nell’analizzare le criticità che si stanno affrontando e che coinvolgono anche i competitor Turicchi osserva: «Sui voli Europa-Usa c’è stato un aumento significativo dell’offerta, anche da parte dei vettori statunitensi, superiore alla domanda. Questo sta causando un calo dei margini e diventa ancora più fondamentale aumentare il tasso di riempimento».
Così come non si possono nascondere i crescenti disservizi della stagione estiva, ma in tal senso Turicchi sottolinea: «Con il 99,8% di regolarità (voli regolarmente operati), Ita è tra le prime cinque compagnie d’Europa. E ha una puntualità (voli atterrati entro i 15 minuti dall’orario previsto) intorno all’80%, nonostante le restrizioni del traffico aereo presenti in giro per il continente. Il fatto di stare in un aeroporto come Roma Fiumicino, efficiente e ben gestito, ci ha aiutato e dobbiamo dare merito alla società di gestione AdR di questo».
Infine alcune battute sui remedies e le modalità di applicazione delle condizioni promesse a Bruxelles: «Intanto si dovranno formalizzare entro quattro mesi i contratti con i remedy takers, i vettori che dovranno subentrare sulle rotte di corto raggio. L’Ue auspica sia uno perché ritiene che questo sia più favorevole al mercato: avrà 30 slot giornalieri a Milano Linate e potrà aprire lì una base. Una questione che vogliamo completare entro ottobre per consentire a Bruxelles di valutare questi accordi e approvarli».
«C’è poi il versante dei voli intercontinentali – conclude Turicchi – e lì dobbiamo valutare se ci sono soggetti interessati a entrare su quelle rotte dirette e/o vedere come migliorare la connettività indiretta. Sul lungo raggio non dobbiamo ridurre l’offerta. Mentre sul breve raggio dobbiamo tagliarla noi e la deve mettere qualcun altro. Per questo diventa importante lavorare sull’accordo commerciale da sottoscrivere con il remedy taker».
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