Turismo accessibile: i fondi ci sono, ora vanno spesi bene
L’accessibilità è una delle parole d’ordine che i giovani partecipanti al forum mondiale dell’Unwto di Sorrento hanno posto nella prima pagina di una “agenda” per l’immediato futuro del turismo.
E non a caso: solo in Europa sono 130 milioni le persone con disabilità e solo 50 milioni di queste viaggiano con regolarità. Un recente studio dell’Enit stima in oltre 4 milioni i viaggiatori italiani con disabilità.
In un articolo apparso su La Repubblica e firmato da Valentina Tomirotti – giornalista, social media e manager, autrice del libro “Un altro (d)anno” – viene spiegato che il 7% degli italiani ha trascorso almeno una vacanza con persone disabili, acquisendo consapevolezza dei mille ostacoli che deve affrontare il viaggiatore diversamente abile. E questo perché l’accezione disabilità contiene innumerevoli sfumature che spesso non vengono considerate: esistono infatti le disabilità sensoriali, quelle intellettive o quelle “invisibili” (come il diabete o intolleranze alimentari).
Ora, la giornalista-scrittrice ricorda che nell’ultima legge di bilancio del dicembre 2021 è stato previsto un Fondo di 18 milioni di euro per il triennio 2022-24 destinato alla realizzazione di interventi di accessibilità turistica. E per gli alberghi è previsto l’ottenimento del 35% di risorse utili ad avviare interventi per l’accessibilità ricettiva; mentre per gli stabilimenti e strutture termali la dotazione di risorse arriva fino al 20%. «È un buon inizio, ma purtroppo – ribadisce Tomirotti – bisogna fronteggiare anche una diffusa ignoranza su cosa voglia realmente dire nello specifico “accessibilità turistica” ed è qui che sarebbe auspicabile affrontare questa impasse nei tavoli tecnici e decisionali, al ministero del Turismo».
E questo perché, oltre a compiere una nobile azione sociale, si potrebbe consolidare un target di indubbio valore economico: basti pensare, infatti, che solo con la messa a norma delle strutture e della formazione del personale preposto all’accoglienza e assistenza del turista-cliente disabile, il fatturato turistico europeo avrebbe un’impennata del 18%. Le riflessioni della giornalista-scrittrice sono rivolte quindi non soltanto agli interlocutori ministeriali, ma anche agli operatori della filiera in grado allargare il proprio target con numeri significativi, soprattutto in un momento come questo che vede tutti gli attori alla ricerca di nuovi bacini di traffico per riprendersi adeguatamente nel post pandemia.