Recupero in progress per il turismo congressuale italiano che nel 2022 ha recuperato oltre il 70% degli eventi organizzati nel 2019, ultimo anno pre Covid. Il che, tradotto in analisi sintetica, indica una vera “rivincita” del comparto che più di tutti ha sofferto della pandemia.
La solida ripresa è stata fotografata, come sempre, dall’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi Oice, la ricerca promossa dall’associazione della meeting industry Federcongressi&eventi e realizzata dall’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – Aseri, presentata nella sede dell’Enit. A essere interpellate per la raccolta dati sono state oltre 5.716 sedi contattate e 474 rispondenti, un campione molto rappresentativo. Solo l’1,4% delle sedi è rimasto chiuso e non ha svolto attività.
Nel dettaglio, lo scorso anno in Italia sono stati complessivamente realizzati 303.689 congressi ed eventi business registrando un aumento pari al +251,3% rispetto al 2021. I partecipanti sono stati 21.215.934 (+362,7% rispetto al 2021) e le presenze 31.706.600 (+366,4% rispetto al 2021).
Un massiccio recupero, dunque, che è avvenuto nonostante il perdurare nel primo trimestre dello scorso anno delle restrizioni dovute al Covid 19 e un contesto geopolitico complesso e incerto, a conferma di quanto i congressi e gli eventi siano per associazioni e imprese occasioni irrinunciabili di diffusione e condivisione di conoscenza, di comunicazione, di promozione commerciale e di networking.
E ancor più positivo risulta l’andamento del settore nei primi 6 mesi di quest’anno, unito alle altrettante positive previsioni per il secondo semestre, permettono di prevedere a ragion veduta che nel 2023 sarà recuperato il gap rispetto al 2019 o addirittura superato il livello di eventi registrato prima della pandemia. Buone anche le prospettive sull’andamento del fatturato: oltre la metà delle sedi, il 52,7%, prevede nel 2023 un aumento rispetto al 2022.
CHI FA E CHI PARTECIPA AGLI EVENTI. Anche nel 2022, le imprese sono state i principali promotori. Più della metà degli eventi, il 52,8%, sono stati infatti eventi aziendali quali convention, meeting e lanci di prodotto. Gli eventi promossi dalle associazioni, soprattutto medico-scientifiche, sono stati il 31,1% mentre quelli promossi dalle istituzioni il 16.1%.
Il perdurare delle restrizioni sanitarie nei primi mesi del 2022 ha sicuramente impattato sulla provenienza dei partecipanti. Infatti, la maggior parte degli eventi, il 63,2%, ha avuto una dimensione locale, cioè con partecipanti provenienti prevalentemente dalla stessa regione nella quale si è svolto l’evento. Il 28,5% ha invece avuto un orizzonte nazionale e l’8,3 internazionale.
EVENTI E CONGRESSI: DOVE SI SVOLGONO. Nella mappatura geografica si è riscontrato, ancora una volta, che la maggior parte dei congressi e degli eventi, il 59,0%, si è svolta al nord, area che concentra più della metà delle sedi, il 53%. In particolare, il nord ovest con 96.826 eventi ha registrato l’incremento maggiore rispetto al 2021 (+221,8%), recuperando il 74,6% degli eventi del 2019, mentre il nord est ha ospitato 82.538 eventi (il 69,7% di quelli del 2019), registrando un incremento anno su anno del 214,2%. Il centro ha ospitato il 24.4% degli eventi, il sud il 10,4% e le isole il 6,2%.
Per quanto riguarda poi le sedi per eventi, gli alberghi congressuali si confermano la tipologia più utilizzata e, infatti, hanno concentrato il 77,3% degli eventi totali. I centri congressi e le sedi fieristico congressuali hanno ospitato il 3,4% degli eventi, le sedi istituzionali il 9%, gli spazi non convenzionali il 6% e le dimore storiche non alberghiere (abbazie, castelli, antiche locande e casali, palazzi storici, ville, ecc.) il 2,5%.
Per Marina Lalli, presidente di Federturismo: «Queste misurazioni sono fondamentali e sarebbe stato bello porterle far vedere alle istituzioni che oggi, per vari motivi, non sono presenti alla presentazione dell’osservatorio. Questo perché chi decide e governa deve avere la consapevolezza del valore di questo settore. Un comparto che è emblema della trasversalità: con i congressi e gli eventi si muovo settori come catering, trasporti, logistica e tanti altri servizi. Gli organizzatori di congressi non portano a destinazione un turista normale, bensì un visitatore altospendente e capaci anche di muoversi in autonomia, e quindi occorre stupirli, inventando esperienze nuove».
Anche la presidente di Federcongressi&Eventi, Gabriella Gentile ha ribadito: «Questi dati e i segnali del mercato sono molto positivi ma questo non ci impedisce di essere consapevoli di quanto il momento storico sia complesso, evidenziando ancora di più la capacità del Mice italiano di essere resiliente, propositivo e proattivo. Per favorire in ogni ambito la crescita della meeting industry, Federcongressi&eventi continua nella sua missione di valorizzazione dell’identità del settore e di supporto concreto agli operatori affinché lo sviluppo delle singole imprese coincida sempre più con lo sviluppo dell’intero comparto e viceversa. Oggi dobbiamo guardare al settore con uno sguardo di più lungo termine, per ridefinire bene l’attività. Dobbiamo anche focalizzare la nostra identità di operatori congressuali, ripensando agli eventi non solo come sviluppo di una destinazione, ma anche come agenti del cambiamento e diffusione di idee, creando occasioni esperenziali. Tutto per generare valore al nostro sistema produttivo nel suo insieme». Gentile ha poi evidenziato il valore dell’azione del Convention Bureau Italia e di tutti i convention bureau locali che da tempo si sta impegnando nella missione di internazionalizzazione.
Per il responsabile scientifico dell’Osservatorio Roberto Nelli, docente di Marketing in Università Cattolica: «Il 2022 è stato davvero l’anno delle rivincita della meeting industry italiana che si è rimessa in gioco: gli eventi hanno ripreso con vigore il loro cammino di crescita – bruscamente interrotto due anni prima – e le sedi hanno innescato un virtuoso percorso di sviluppo fatto di investimenti nella prospettiva dell’innovazione tecnologica, della sostenibilità e della comunicazione. E’ ovvio che ci sarà sempre più voglia di eventi interattivi, ma il desiderio di incontrare rimane molto forte».
E sul tema degli eventi come esperienza, è stato anche illustrato lo studio di Banca Ifis e Federturismo, illustrato da Carmelo Carbotti, responsabile marketing dell’istituto bancario: «Un evento di business significa trasmettere contenuti, ma anche generare un’occasione di esperienze. Da segnalare che c’è una forte democratizzazione nel turismo perché si sta diffondendo una grande voglia di viaggiare e di incontrare. L’organizzatore di un congresso non deve più ragionare solo in termini di prodotto o di tariffe e servizi, ma anche di esperienze da generare nell’ospite. Ebbene l’Italia, in tale ottica, ha un’offerta unica e deve sfruttare questo vantaggio competitivo. In altre parole, l’offerta turistica non è più un insieme di prodotti e servizi, ma una virtuosa combinazione di questi elementi con molteplici opportunità esperienze».
INVESTIMENTI PER LA COMPETITIVITÀ. Significativo l’impegno delle sedi congressuali anche nell’area degli investimenti. Nel 2022, le sedi per eventi hanno compiuto operazioni per accrescere la propria competitività e rispondere alle rinnovate esigenze del mercato e anche nel 2023 rafforzano il percorso di crescita e sviluppo.
Gli investimenti che le sedi hanno in programma di realizzare quest’anno coinvolgono in particolare la riqualificazione degli spazi interni (prevista dal 30,4% delle sedi rispondenti), l’implementazione delle dotazioni audio-video (27,9%), la formazione del personale (26,2%), lo sviluppo di strumenti di promozione e/o di comunicazione (24,0%), la riqualificazione degli spazi esterni (20,9%) e gli interventi per l’efficienza energetica (20,9%).
In missione all’estero, l’ad di Enit Ivana Jelinic ha comunque voluto inviare un suo messaggio nel quale evidenzia: «Quello congressuale è un segmento sulla cui crescita investe costantemente Enit. L’Italia legata al turismo business scala le classifiche mondiali Icca (International Congress and Convention Association): è terza a livello globale e seconda in Europa con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli Usa (690) saldi al primo posto (Enit su dati Icca). Nel 2022 circa l’85% dei meeting si sono svolti in presenza, circa 9.000 su un totale di oltre 10.500. Roma e Milano sono al quattordicesimo e diciottesimo posto con 79 e 66 meeting rispettivi, mentre nel ranking europeo salgono entrambe di una posizione. I viaggi del futuro coniugano sempre di più tempo libero e business».