Turismo d’alta gamma, Roma è capofila in Italia
Ancora una volta Capitale di nome e di fatto: anche nel segmento lusso, Roma è capofila di una offerta d’eccellenza del sistema Paese che parte dall’hôtellerie e si completa con servizi ad hoc.
Ma proprio per questo non può sottrarsi agli impegni su sostenibilità e innovazione nell’offerta lusso, che sono stati anche i temi del forum organizzato nel corso dell’Ecoluxury Fair, nel corso del quale ci si è subito chiesti chi finanzia queste due importanti sfide per il futuro? Enrico Ducrot, ideatore della fiera del lusso e ceo di Viaggi dell’Elefante ha aperto il confronto affermando senza esitazioni: «Oggi un grande albergo di alta gamma non è solo un ecosistema perfettamente funzionante al suo interno, ma contribuisce anche al finanziamento della comunità circostante, a cominciare dall’agricoltura, l’artigianato e lo sviluppo socio-economico delle varie attività locali e quindi, di conseguenza, l’identità stessa del territorio».
Ma Roma è pronta a raccogliere le nuove frontiere del lusso, come ha assicurato l’assessore al turismo, grandi eventi e sport, Alessandro Onorato: «Il turismo luxury, unito a una visione responsabile e innovativa dell’ambiente, rappresenta un segmento fondamentale per lo sviluppo della nostra città. È un settore in forte espansione. I grandi brand dell’hôtellerie internazionale hanno puntato con decisione sulla nostra città e diverse strutture hanno già aperto i battenti; da qui al 2024 assisteremo a un rapido incremento del comparto 5 stelle e 5 stelle lusso andando a coprire una carenza di strutture di alta gamma, e arrivando al 30% in più e dopo 5 anni al doppio rispetto a Milano».
Ben vengano dunque fiere come Ecoluxury Fair perché, come ha sottolineato il presidente del Convention Bureau Roma & Lazio, Onorio Rebecchini: «Oltre a essere una manifestazione fieristica volta alla creazione di network e opportunità di business per gli operatori del territorio con professionisti internazionali del segmento luxury, rappresenta anche un’occasione di formazione e approfondimento su tematiche legate alla sostenibilità dell’esperienza di viaggio, asset sempre più prioritario tra le esigenze dei turisti di alta gamma».
L’Italia, d’altronde, si conferma una meta di lusso esclusiva con il 20% di visitatori stranieri. È questo uno dei dati più significativi che emergono dallo studio di Enit, condotto da Unioncamere con il supporto tecnico di Isnart. Oltre il 20% dei turisti stranieri sceglie le nostre destinazioni espressamente attratto dallo stile di vita italiano, associando al nostro Paese una “allure” di esclusività.
«L’alto di gamma strizza l’occhio sempre di più all’attenzione alla sostenibilità – ha infatti evidenziato la ceo di Enit Ivana Jelinic intervenuta al forum – Le fasce del lusso si orientano così maggiormente alle buone pratiche per un turismo non impattante. Accogliere turisti altospendenti non solo arricchisce il settore turistico, ma sostiene anche attività locali, preservando il patrimonio artistico e culturale del paese. La bellezza senza tempo dell’Italia diventa così una risorsa sostenibile, unendo lusso e autenticità in un connubio che beneficia sia i visitatori che la nazione stessa. Il turismo altospendente rappresenta un elemento cruciale per l’economia italiana, contribuendo in modo significativo alla crescita finanziaria e al prestigio internazionale».
Ma non solo Italia. I dati, offerti dallo studio High-End Tourism condotto da Eccia (European Cultural and Creative Industries Alliance), illustrano anche che il turismo di alta gamma rappresenta il 2% delle strutture ricettive totali, genera il 22% del fatturato turistico europeo, concorrendo al 22% della spesa in alloggi e al 33% della spesa per cultura, intrattenimento e shopping.
Una qualità, ma soprattutto un’esclusività che deve essere sostenuta da standard elevati, soprattutto nel comparto del lusso, adeguatamente certificati. Nel mondo, si stima che esistano circa 140 Ecolabel a disposizione dei player ma solamente il 6,2% degli hotel può vantare una certificazione green. Tra queste spicca sicuramente Travelife, organizzazione con lo scopo di promuovere pratiche sostenibili nell’ambito dei viaggi e del turismo a cui aderiscono le principali associazioni di categoria europee, e partner per l’Italia è Fiavet.
E Livia Muto Nardone, esperta di sostenibilità per il turismo, coach e auditor per Travelife ha concluso il forum sottolineando: «Il percorso della certificazione Travelife, da questo punto di vista, non è mai un punto di arrivo, bensì l’inizio di una formazione costante sulle buone pratiche di sostenibilità che dà maggiore slancio alle scelte consapevoli che le sfide future ci richiederanno di fare. Il Report di sostenibilità, del resto, nonostante dal 2026 sarà obbligatorio solo per le Pmi quotate in borsa, diventerà un documento sempre più richiesto e chi avrà iniziato a prepararsi su questi temi, si troverà sicuramente avvantaggiato. L’attenzione per la sostenibilità, inoltre, è ormai un requisito richiesto anche dal mercato e le certificazioni sono un efficace strumento per distinguersi dal green washing. Una garanzia per il 48% dei consumatori europei che, secondo un’indagine dell’Eurobarometer 2021, predilige gli operatori certificati e li riconosce tra tutti gli altri».