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Turismo dell’acqua, la nuova frontiera dell’offerta wellness

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È la nuova frontiera dell’offerta benessere ed è stata ribattezzata “turismo dell’acqua”. Dalle crete senesi all’acqua benefica di Chianciano, dalle gravine e il Grand Canyon di Ginosa di Puglia all’Alta Valle del Biferno con la Piana dei Mulini. È una storia di acqua, simbolo di vita e rigenerazione, ma anche di archeologia, storia, patrimonio, paesaggio e riqualificazione quella raccontata alla recente Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Bmta) a Paestum.

«La testimonianza italiana delle antiche civiltà dell’acqua – ha spiegato al forum della Bmta Patrizia Angelini, ideatrice di Tats-Turismo Archeo Termale Sanitario – ha radici profonde e si è sviluppata vicino le sorgenti, con un ricco patrimonio archeologico, ma soprattutto ha declinato i benefici delle acque curative e la loro possibile individuazione e valorizzazione attraverso la tecnologia, predisponendo così una vera e propria Offerta Benessere d’eccellenza».

«L’attenzione alle sorgenti e al termale – nota Angelini – si focalizza, infatti, solo dopo il 1600. Per questo è attivo da qualche anno uno studio che vuole proporre la costituzione di un Osservatorio italiano, dedicato agli itinerari turistici, archeologici e del benessere delle acque e delle antiche civiltà delle sorgenti sacre e curative».

Tra gli obiettivi di Tats c’è la valorizzazione delle cure termali, che si rivolgono in primis a chi ha qualche malattia per aiutare a superarle, ma anche a chi sta benissimo e vuole continuare a stare benissimo anche grazie ai benefici dal punto di vista del rilassamento e del rasserenamento. Inoltre, si va in un luogo dove non ci sono solo acque ma uno straordinario patrimonio archeologico, una parte del quale legato all’acqua (gli acquedotti romani) ma non solo. Senza dimenticare l’aspetto enogastronomico, unico in Italia per la sua qualità.

Gli albergatori sono pronti a fare la loro parte, come ha assicurato Emanuele Boaretto di Federalberghi Terme: «Le circa 300 terme italiane sono sparse su tutto il territorio nazionale e hanno bisogno di un’attenzione particolare, perché hanno problemi che meritano un focus, sia nella rivisitazione dei requisiti per le autorizzazioni di accreditamento delle strutture termali, ma anche per rinnovare la 323, la legge sul termalismo. Dopo 24 anni anche questa normativa che regola la vita delle nostre aziende ha bisogno di essere aggiornata e messa al passo con i tempi».

«Dopo la pandemia – ha aggiunto Boaretto – Federalberghi Terme ha commissionato un’indagine a Renato Mannheimer, che ha rivelato alcuni aspetti, come il forte interesse degli ospiti delle terme per l’offerta turistica del territorio circostante, a partire dall’ambiente fino all’arte e alla cultura. Il fatto che l’acqua non sia delocalizzabile non ci deve far sentire sicuri (“tanto l’acqua c’è, se vuoi fare impresa devi stare lì”). Gli amministratori devono mettere gli imprenditori nelle condizioni di poter mantenere quell’equilibrio socio-economico di cui i territori hanno bisogno. E questi percorsi sono ottimi per questo scopo».

Al forum ha partecipato anche Lucio Malan, capogruppo di FdI al Senato, che ha sottolineato: «Quest’iniziativa mette assieme un turismo particolare, non solo termale ma archeo-termale. Sono cose che separatamente possono offrire forse anche altri Paesi, ma tutte assieme solo l’Italia e in particolare certe aree».

A chiusura del forum sono stati assegnati i riconoscimenti del Festival Italia in the World, presieduto da Erdis Doraci, ai micro-documentari dedicati al paesaggio dell’acqua girati nel Lazio, Molise, Puglia, Sicilia e Marche.

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