by Redazione | 20 Settembre 2023 7:00
Turismo enogastronomico e sostenibilità: qual è la connessione tra questi due grandi temi sempre più presenti nella domanda turistica? A questo interrogativo vuole rispondere Il “Rapporto Turismo Enogastronomico e Sostenibilità”, a cura di Roberta Garibaldi – presidente dell’associazione italiana turismo enogastronomico e vicepresidente della commissione turismo dell’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico – con i contributi di Unioncamere e Rete Valpantena presentato in occasione di Agrifood Future.
Il primo punto importante che emerge dallo studio ci dice che per l’estate 2023 c’è stato un calo dei flussi turistici interni, causato dall’aumento generalizzato dei costi. I turisti italiani sono la base del mercato del turismo enogastronomico perché, anche se i visitatori internazionali di solito spendono di più, sono quelli che viaggiano tutto l’anno e visitano le aree interne. Infatti in Italia il 47% degli arrivi di stranieri si concentra in sole sei province: Venezia (12%), Bolzano e Roma (9%), Milano (6%), Verona e Firenze (5%), mentre gli italiani hanno una distribuzione molto più omogenea.
La contrazione della domanda di viaggio da parte degli italiani è dovuta a un forte abbassamento del potere d’acquisto effettivo; se la classe media continua ad avere stipendi accettabili e andare in vacanza, chi ha un reddito inferiore o è disoccupato rinuncia al viaggio. Anche per loro, quindi, si aprono nuove soluzioni e possibilità più economiche, come la visita delle aree rurali in cui il turismo enogastronomico la fa da padrone. Per supportare questi nuovi flussi di turismo che creano valore economico, sociale e culturale servono piani integrati di sviluppo, con trasporti a prenotazione digitale e promozioni a livello internazionale, passando per la creazione di hub enogastronomici, spazi polifunzionali di accesso al patrimonio locale e itinerari turistici alla scoperta dei borghi minori e della loro cultura culinaria.
L’esperienza turistica enogastronomica, inoltre, diventa un’occasione per acquisire abitudini più salutari, può migliorare la consapevolezza nutrizionale e, attraverso l’edutainment, fornire indicazioni per migliorare le proprie abitudini: sette turisti su dieci, infatti, vorrebbero trovare in vacanza menù con ricette salutari e locali.
La sostenibilità è un tema legato all’esperienza enogastronomica e stimola alla partecipazione. L’attenzione verso la tematica ambientale è alta per il 75% degli intervistati che sceglie degustazioni, pranzi e/o cene a base solo di prodotti locali. Inoltre, l’adozione di sistemi di raccolta differenziata (73%), di risparmio idrico (66%), di energia da fonti rinnovabili (66%), l’essere plastic free (63%) e altre condotte green guidano il turista. Nella scelta della meta la sostenibilità è un vero e proprio focal point: gli italiani valutano attentamente se e quanto sia sostenibile la destinazione che si accingono a visitare. Più di 3 viaggiatori su 4 prendono in considerazione la possibilità di alloggiare in strutture green, di raggiungere la meta con mezzi poco impattanti e di muoversi in loco con le biciclette.
«Il rapporto evidenzia da una parte il cambiamento della domanda, con un consumatore sempre più orientato verso una condotta sostenibile che porta a scelte precise di destinazione, attività svolte e conseguenze socio-ambientali – afferma la Garibaldi – dall’altra, la necessità di un cambio di passo a livello di visione strategica dell’offerta. Si avverte il bisogno di azioni politiche in grado di gestire i flussi in modo più sostenibile, rilanciare in ottica green e social le economie del cibo dalla produzione al consumo. In sostanza, passare all’azione in ottica ecosistemica: il cibo è parte integrante e fondamentale dell’offerta turistica».
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