by Andrea Lovelock | 18 Dicembre 2019 12:31
Tutti per il turismo, turismo per tutti: è il claim più indovinato per descrivere quel turismo inclusivo che, ancora oggi, in Italia, trova non pochi ostacoli all’evoluzione. Se n’è parlato in un forum a margine del Premio Turismo Responsabile Italiano organizzato da L’Agenzia di Viaggi Magazine, giunto alla sua decima edizione. Un momento, quindi, di confronto e di “prove tecniche” di coesione in un panorama italiano che non vede ancora l’esistenza di un’associazione ad hoc.
Ospiti e testimonial di un breve ma costruttivo confronto, Alex Toselli, fondatore dell’Albergo Etico di Asti, e l’ingegnere Antonio Pelosi, patron dell’Albergo Etico di Roma, che hanno condiviso un messaggio forte rivolto al mercato dei viaggi e delle vacanze: «Dare la possibilità ai diversamente abili di lavorare in strutture ricettive può diventare un formidabile plus per l’esperienza dell’ospite, anche perchè si tratta di giovani che dopo un percorso di formazione mirato a specifiche competenze, danno il meglio di sé, ci mettono passione e professionalità. Il successo dei nostri alberghi etici è la riprova che attraverso un servizio svolto da persone disabili, si può raggiungere una qualità nell’ospitalità, con il valore aggiunto di una empatia che si crea tra il personale e il cliente».
A condividere questo pensiero anche Cetty Ummarino, ideatrice del progetto B&B Like Your Home, che ha aggiunto: «Il nostro Paese sconta un deficit culturale nei confronti dei diversamente abili e dovremmo riuscire a superare questo “muro” che spesso non ostacola operazioni inclusive. Fortunatamente, come nel mio caso, con la caparbietà e l’ascolto di interlocutori giusti, i risultati possono comunque arrivare».
Sul turismo responsabile, infine, si è soffermato Maurizio Davolio, presidente di Aitr, che ha ricordato come la sua associazione opera per tutelare e sostenere i diritti e le aspettative delle comunità ospitanti, attraverso costanti operazioni di sensibilizzazione, progetti di cooperazione internazionale, nei confronti dei viaggiatori e dei turisti che nel corso delle loro visite devono sempre e comunque avere rispetto dei luoghi che visitano e delle persone che li abitano. «Attualmente abbiamo alcuni progetti in Albania, Cuba, Myanmar e Bolivia, dove cerchiamo di trasmettere un reciproco rispetto da parte delle popolazioni locali e dei visitatori. Così come abbiamo finalizzato un progetto in Palestina dedicato alle donne disabili che vivono molteplici difficoltà di inclusività».
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