Turismo, l’Alto Adige lancia il Marchio di sostenibilità e dà lezione all’Europa
Oltre le normative, oltre le indicazioni dell’Agenda 2030 riguardo la sostenibilità. L’Alto Adige vuole di più. Provincia già nota per la sua attenzione all’ambiente, oggi ha voluto creare il suo Marchio di sostenibilità turistica, presentato nei giorni scorsi da Idm Alto Adige, azienda per la promozione e lo sviluppo dell’economia locale, e basato sui criteri del Gstc – Global Sustainable Tourism Council (custode dei più affidabili standard per viaggi e turismo green a livello mondiale).
Sotto i riflettori i coordinatori delle prime tre destinazioni certificate con tale marchio: Val d’Ega, Bressanone e San Vigilio di Marebbe. Mentre lo stesso percorso è stato intrapreso da Alpe di Siusi, Merano, Val Passiria e Racines.
Patron del nuovo “bollino verde” Erwin Hinteregger, direttore generale di Idm Alto Adige: «Puntiamo a un’offerta turistica sempre più sostenibile, non solo nel rispetto della natura, ma anche della popolazione locale. Gli ospiti potranno vivere esperienze uniche nel nostro territorio a impatto quasi pari a zero».
A snocciolare i termini del progetto, la sua responsabile Stefanie Prieth: «Siamo partiti da una volontà, quella di diventare la destinazione più ambita e sostenibile dell’arco alpino. La prima domanda che ci siamo posti è: cosa significa per noi sostenibilità? La risposta è stata che siamo una rete che funziona solo se ognuno fa la propria parte. Sulla base degli standard Gstc, abbiamo costruito il nostro programma di sostenibilità».
Il punto di partenza, dunque, sono state le quattro macro aree dei criteri Gstc. Primo, “gestione sostenibile”, in cui la destinazione ha il compito di mettere insieme tutti gli stakeholder per lavorare con loro. Secondo, “benefici sociali ed economici“. Terzo, “patrimonio culturale”. Quarto e ultimo, “benefici all’ambiente”, che comprende anche il riciclo dei rifiuti, la protezione degli animali e la riduzione di CO2.
Da qui, prosegue, Stefanie Prieth, «abbiamo declinato questo standard internazionale, adottato da tutti i Paesi del mondo, in chiave altoatesina». Un approccio glocal che ha dato vita a un «nuovo standard che si sviluppa su tre livelli, dove il più alto è riconosciuto proprio dal Gstc. Una scala che permette alle destinazioni di iniziare a lavorare sul programma un passo per volta. San Vigilio, Val D’Ega e Bressanone sono state le prime destinazioni con cui studiare il decalogo dei criteri, mettendo nero su bianco come fare a raggiungerli nel breve, medio e lungo termine. Dopo circa un anno è stato istituito un audit realizzato da enti indipendenti (Green Destinations e Vireo, ndr). L’auditor, che viene in loco, fa i suoi check sulle azioni in essere, realizza interviste e infine emette o meno la certificazione con la quale le destinazioni possono ottenere da Idm Alto Adige l’ambito Marchio di sostenibilità».
Tale bollino, chiarisce la responsabile, «può essere richiesto anche dalle strutture ricettive» che devono muoversi su nove campi d’azione (tra cui promozione degli standard di sostenibilità e adattamento ai cambiamenti climatici) e tra le varie cose devono attestare l’acquisto in Alto Adige di alcuni prodotti come latte, mele, succo di mele, vino, burro e yogurt.
Ma veniamo ai pionieri del nuovo Marchio di sostenibilità Alto Adige. Verena Festi, direttrice di Val D’Ega Turismo, spiega: «Il nostro obiettivo è riempire la parola sostenibilità con progetti concreti. Tra questi la spinta sui bus pubblici, omaggiando gli ospiti di una card per viaggiare gratis durante tutto il soggiorno. Abbiamo anche lanciato un concorso per i turisti che arrivano su rotaia: caricando online il proprio biglietto del treno e l’attestato di soggiorno si partecipa all’estrazione di un soggiorno in Val d’Ega e cesti di prodotti tipici. Stiamo poi portando avanti il potenziamento dei mezzi pubblici verso e da il Lago di Carezza, una delle più frequentate attrazioni turistiche della zona, specialmente in occasione dei mercatini di Natale. Ma la cosa più importante è una: sensibilizzare ospiti, operatori turistici e abitanti».
Interessante anche la testimonianza di Carlo Runggaldier, direttore della Cooperativa Turistica San Vigilio & San Martin-Dolomites: «Già da due anni abbiamo ottenuto la certificazione Gstc – racconta – Infatti, siamo partiti in autonomia per poi associarci a Idm, aderendo al Marchio di sostenibilità dell’Alto Adige, che ci ha consentito di fare grossi progressi. Ci siamo attivati in pandemia e in pochi mesi siamo riusciti a organizzare molte delle informazioni necessarie a ottenere la certificazione. Ci ha aiutato il fatto di essere una realtà piccola, già preparata dal punto di vista sostenibile. La cosa importante per noi è far capire che esiste un sistema che gestisce la sostenibilità in maniera responsabile e coraggiosa. Ci sono cose nuove che abbiamo imparato: cos’è la biodiversità, ad esempio, o come coinvolgere gli abitanti del luogo e le istituzioni anche dal punto di vista sociale. È importante che gli abitanti del posto siano soddisfatti dei flussi turistici senza sentirsi invasi e senza che questo influisca con la loro qualità della vita, che siano contenti dello scambio culturale».
Particolare il caso di una città come Bressanone, rappresentata dal direttore turismo Werner Zanotti: «Già nel 2012-2014 abbiamo organizzato le Giornate della Sostenibilità. È stato un primo approccio all’argomento, ma in realtà non eravamo ancora pronti. Qualche anno dopo, abbiamo ospitato un festival che parlava di acqua e di luce. Da lì è partito il progetto “Refill your bottle” e da un giorno all’altro, tra il 31 luglio e il 1° agosto, abbiamo eliminato tutte le bottiglie di plastica, invitando tutti a utilizzare l’acqua del rubinetto, le fontane, le borracce da riempire. Questo è stato il primo passo concreto verso la sostenibilità. Per fortuna, insieme a noi, sono partite anche altre realtà e ora vedo questo progetto strutturarsi giorno dopo giorno. Quella che abbiamo intrapreso è la strada che ci porterà a essere pronti quando l’Unione europea imporrà i suoi target di CO2. Il nostro territorio ha la fortuna di essere stabile dal punto di vista economico e possiamo già prepararci in modo da non ricevere alcun contraccolpo».
Il Marchio di sostenibilità Alto Adige – sostenuto dall’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv) – sarà presto disponibile anche per le aziende che gestiscono agriturismi, affittacamere privati e per i gestori di campeggi. Il passo successivo, poi, sarà quello di estenderlo ad altri settori come il commercio, l’artigianato e l’industria.