Il turismo Lgbt avanza in adv: «Niente più pregiudizi»

by Roberta Rianna | 24 Febbraio 2017 13:54

C’era una volta un pregiudizio: quello degli agenti di viaggi nei confronti del turismo gay. «Qualcuno addirittura si vergognava di esporre i nostri cataloghi», racconta Alessio Virgili, fondatore e direttore di Quiiky, l’operatore pioniere dei viaggi Lgbt, oggi parte del Gruppo Sonders & Beach.

Sono trascorsi 10 anni esatti dall’impetuoso ingresso del t.o. sul mercato, un compleanno festeggiato al Radisson Blu di Roma con una torta arcobaleno. E con il racconto di una tra le storie più rivoluzionarie del tour operating italiano. Una festa con la stampa trade. Come a dire: un tempo non ci si capiva, ora invece sì, e i numeri lo confermano.

«Le vendite dirette sono superiori per quantità, ma sul fatturato incide di più l’intermediazione, ovvero le agenzie», ammette. Tutto ciò nonostante l’ultimo Rapporto Lanfranchi Editore, realizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Turismo Gay and Lesbian presieduta dallo stesso Virgili, rilevi come solo l’11% dei tre milioni italiani omosessuali si rivolga a un’adv.

Alle agenzie il t.o. – che per lungimiranza e capacità di business è un po’ come un giovane saggio – riserva una commissione del 15%, incentivi per il Prenota Prima (100 euro in meno a passeggero fino a novanta giorni dalla partenza), la app-concierge al servizio di agenzie e clienti, e la formazione attraverso i webinar dell’associazione Visit Usa, «dove siamo rientrati perché condividiamo il progetto del nuovo presidente».

E poi c’è la presenza alle fiere con l’Expo Turismo Gay, transitato da No Frills a Ttg, per approdare quest’anno nella nuova Bit, dal 2 al 4 aprile a fieramilanocity. «Ci saranno spazi per il consumer con show, dj e drag queen internazionali. E due convegni di taglio economico: uno sul mercato Lgbt del terzo millennio, l’altro sulle unioni civili, entrambi giorno 3», anticipa Virgili.

Si torna a Milano, dunque, dove Quiiky dieci anni fa ha firmato il suo primo contratto: «Una città che che all’epoca offriva molte più chance di Roma, e che ci ha consentito di crescere. Tanto che di recente abbiamo deciso di aderire ad Assolombarda».

Proprio il nord Italia, tuttora, è lo zoccolo duro delle vendite attraverso le 700 agenzie partner. Anche se al sud c’è una città che si distingue: si tratta di Napoli, «dove la mentalità è eccezionalmente aperta e il nostro prodotto si vende bene».

Mentre le agenzie, negli anni, imparavano a comprendere le esigenze di gay e lesbiche, gli stessi viaggiatori Lgbt sconfiggevano quella «omofobia interna» – come la definisce Virgili – che non gli consentiva di riconoscere le proprie necessità. «Oggi siamo tutti più consapevoli e il turismo gay non è più una nicchia. È piuttosto un segmento affermato con le sue sottocategorie», dice.

Per questo, e per fronteggiare i competitor «imitatori», la strada scelta da Quiiky è quella della differenziazione, unita alla tecnologia. Bandita la politica dei prezzi stracciati, perché «non vogliamo essere i killer del mercato». Avanti con l’innovazione: a partire dagli stravaganti Untold History Tour, come quello che racconta “l’altra storia” dei Musei Vaticani, dall’omosessualità di Michelangelo agli aneddoti legati a San Sebastiano, patrono dei gay. Dopo Roma, Napoli, Milano e Taormina, questi itinerari finiti addirittura sulle pagine del New York Times, sbarcano anche all’estero: in Grecia, a Berlino e Dresda, in Israele, in Thailandia, e naturalmente negli States con l’East Coast, South Usa e San Francisco.

Proprio la città californiana, simbolo del movimento Lgbt con l’icona Harvey Milk, è oggi la sede statunitense del Gruppo Sonders & Beach. Nel suo advisory board anche due esponenti dei colossi online Expedia e Airbnb. Dal contatto con queste realtà ha preso vita l’innovativa app Wimbify, che declina il travel sharing in chiave omosessuale, e che i primi di maggio approderà addirittura al Collision di New Orleans.

Fatto il brindisi, tagliata la torta, Alessio Virgili e Andrea Cosimi, direttore commerciale e marketing del Gruppo, sono scappati via: «Abbiamo il treno per Milano». La città dove tutto ha avuto inizio.

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