by Andrea Lovelock | 9 Maggio 2023 7:00
Con largo anticipo la ripartenza turistica nel mondo ha messo il turbo e già quest’anno si prevede un incremento del turismo mondiale del 30%, con una spesa complessiva che toccherà i 1.160 miliardi di dollari.
Ben il 37% dei viaggiatori internazionali sceglierà l’Italia, e in particolare Roma che risulterà la prima destinazione più popolare al mondo per enogastronomia e la quarta in assoluto come appeal complessivo, grazie ai main driver dell’arte e della cultura.
È quanto delineato dallo studio dall’ultima ricerca di Rome Business School “L’Impatto del turismo in Italia. La ripartenza tra cultura, sostenibilità e grandi eventi[1]” a cura di Jacopo Ibello, esperto di turismo industriale, e Valerio Mancini, direttore del Centro di Ricerca della Rome Business School.
Nel dettaglio la ricerca rileva che le città più culturali d’Italia sono Roma, Firenze e Milano, ma Napoli batte tutte per maggiore densità artistica per km quadro, mentre Milano è la più popolare per numero di hashtag su Instagram e video su TikTok.
E sugli introiti dei grandi eventi solo nella Capitale, grazie agli Internazionali di Tennis ed alla Ryder Cup, si arriverà a incassare 913mila euro mentre le Olimpiadi di Milano-Cortina dovrebbero far registrare incassi per 14 miliardi di euro.
Dunque il turismo sta tornando a passi velocissimi ai livelli pre pandemici, ma secondo gli studiosi della Rome Business School l’Italia deve sfruttare meglio le sue risorse, soprattutto eventi sportivi internazionali, adottare soluzioni digitali e sostenibili, realizzare una migliore collaborazione tra la sfera pubblica e privata e attrarre investimenti nelle infrastrutture e in innovazione.
Lo studio dimostra infatti che il turista 2023 desidera sempre più un’esperienza attenta alla sostenibilità, ricercando “città intelligenti” e accessibili, e fortemente innovative a livello di fruibilità digito-culturale.
Segno della ripartenza, poi, già nel 2022 la vacanza culturale in Italia valeva 17,1 miliardi (0,9 per cento del Pil): quasi il doppio rispetto al 2021 e appena inferiore al surplus nel 2019 (1% del Pil). Sia le entrate che le uscite turistiche sono pressoché raddoppiate rispetto al 2021. Nel 2022, l’Italia era risultata quarta in Europa per presenze negli esercizi ricettivi, con una quota del 13,4% sul totale dei Paesi della Ue.
Secondo Demoskopika, si dovrebbero registrare a fine 2023 quasi 127 milioni di arrivi e quasi 442,5 milioni di presenze a livello mondiale, con una crescita rispettivamente pari all’11,2% e al 12,2%.
Ecco perché i grandi eventi sono un’occasione per attrarre investimenti, generare opere pubbliche, iniziative private e promuovere l’immagine delle città. Attualmente, Roma è pronta per ospitare gli Internazionali Bnl d’Italia, l’evento tennistico più importante del paese, che si stima accoglierà oltre 300mila persone, e si prepara anche per la Ryder Cup di settembre, la più importante sfida tra i golfisti dell’Europa e degli Stati Uniti, un incontro che vedrà un incasso per il territorio di 513,4 milioni di euro a fronte di una spesa di 157 milioni, secondo le stime di Kpmg Advisory (2023).
Guardando a eventi ancora più rilevanti in termini di impatto, si pensi all’indotto che potrebbe scaturire dalle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, si stimano 14 miliardi d’incasso per il territorio e 2,3 miliardi complessivi di impatto positivo sul Pil italiano nel periodo dal 2020 al 2028, con un picco nel biennio dal 2025 di 350 milioni per anno.
«Milano Cortina 2026 rappresenta, poi, una grande opportunità di rinascita degli spazi urbani e per la riqualificazione e l’ammodernamento delle città – osserva Jacopo Ibello – Tuttavia, spesso manca una reale collaborazione e integrazione tra gli eventi sportivi, la politica e il territorio. Difatti, senza un sistema integrato di risorse economiche, naturali e soprattutto umane, e senza il coordinamento a tutti i livelli tra istituzioni pubbliche e private, il bell’evento one shot che fa da semplice vetrina a un “contenitore” vuoto non riesce a esprimere al massimo il suo potenziale. Per questo motivo al grande evento dovrebbe seguire anche una vera e propria strategia di pianificazione a livello di marketing territoriale».
Un evento di impatto ancora maggiore sarebbe l’Expo Universale 2030, per il quale Roma è candidata. Valerio Mancini afferma che «sarebbe un’importante opportunità per Roma per rafforzare la propria immagine internazionale, attirare investimenti e migliorare l’infrastruttura, oltre a un’occasione per l’Italia di mostrare al mondo la sua cultura e rafforzare relazioni commerciali con altri Paesi. Se Roma ospiterà l’Expo ci saranno benefici economici valutati attorno ai 50 miliardi di euro, oltre a 300mila posti di lavoro e una rigenerazione urbana.»
Gli autori dello studio affermano poi che se già nel 2022 abbiamo assistito alla tendenza verso vacanze all’aria aperta e sostenibili, i trend per il 2023 indicano un ulteriore spostamento verso un turismo consapevole, che spinge i turisti a considerare i propri viaggi da un punto di vista più olistico. I risultati sono i viaggi in bassa stagione o verso mete emergenti, decisioni più consapevoli sulla scelta delle strutture a cui ci si rivolge e verso mezzi di trasporto green.
Secondo Valerio Mancini la sostenibilità ambientale delle proposte acquisirà sempre più importanza, dato il maggior interessamento da parte dei turisti verso la natura e verso la scoperta o riscoperta di borghi e piccoli centri, in cui unire anche esperienze culturali o legate all’enogastronomia e, più in generale, alle eccellenze Made in Italy. Infatti, gli interessi enogastronomici per i prodotti tipici e l’agroalimentare italiano muovono, da soli, un turista su 4 (il 22,3% dei turisti italiani e il 29,9% degli stranieri).
Ma, nonostante le ottime premesse e i dati rassicuranti analizzati all’interno della ricerca, sarà sempre più importante porre una maggiore attenzione alla sensibilità dei turisti, non solo verso temi quali sostenibilità, impatto ambientale, cultura e enogastronomia, ma anche alla loro esperienza digito-turistica, nutrendo gli utenti prima ancora che raggiungano la destinazione del viaggio, e migliorando l’accessibilità del patrimonio culturale italiano una volta in loco.
In altre parole le destinazioni “smart”, quelle con servizi telematici per i turisti, possono rappresentare l’ambiente ideale per dispiegare le potenzialità delle innovazioni tecnologiche in questo settore. Stando ai dati ICityRate 2022, Milano, Firenze e Bologna sono al top della classifica delle città più smart d’Italia, che seguono principi di sostenibilità, innovazione e accessibilità. Un esempio su tutti è il dato fornito dall’Istat dal quale risulta che 7 musei su 10 (il 73%) hanno adottato le modalità di visita online.
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