Da una parte il nuovo dpcm in vigore fino al prossimo 24 novembre, dall’altra l’attesa per l’annunciato decreto Ristori che, con lo scorrere dei giorni e visto l’attuale scenario, risulta insieme al decreto Novembre davvero vitale per migliaia di imprese italiane: 350mila almeno, per la precisione. Tra queste le agenzie di viaggi e i tour operator, parte di un settore che contribuisce al 13% del Pil ma vittima di un governo “sordo”, che sta lasciando intermediari e operatori ormai in ginocchio da tanti, troppi mesi.
LE RICHIESTE DEL TURISMO ORGANIZZATO. «Il turismo organizzato è già al collasso, e non lo è solo per via dell’ultimo dpcm che bloccherà comunque quella che poteva essere un minimo di mobilità per il periodo invernale, a meno che a fine novembre non si risolva tutto – ha dichiarato Ivana Jelinic, presidente di Fiavet – Pur comprendendo la necessità della tutela della salute pubblica, che resta un bene primario, mi sembra abbastanza chiaro che le aziende stiano fallendo, tutto il nostro comparto dal punto di vista economico è devastato».
«L’unica cosa che il governo in questa fase può fare è quella di provvedere con urgenza agli aiuti di Stato, ai contributi a fondo perduto e alla proroga per tutti quelli che possono essere elementi che diano ristoro sia alle imprese che ai lavoratori. Non vi è altra possibilità. Anche perché di questo passo non solo avremo chiusure, ma anche un disagio sociale e un disordine che rischia veramente di sfuggire dal controllo», ha concluso la numero uno di Fiavet.
Rammaricato Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, che nella conferenza stampa tenuta da Giuseppe Conte per la presentazione del nuovo dpcm non ha sentito nominare, nemmeno una volta, la parola turismo. «Lo dico in particolare in merito all’annuncio dei ristori immediati per i settori in crisi. Gli ultimi provvedimenti prolungano le restrizioni alla mobilità delle persone nel nostro Paese, in Europa e di fatto la vietano ai Paesi extra Ue per turismo. Senza contare il blocco di fiere e congressi e la chiusura dei pubblici esercizi alle 18, del cinema, dei teatri, dei parchi divertimento».
Nel frattempo, attraverso un comunicato congiunto, Astoi, Fto e la stessa Assoviaggi hanno ribadito che per evitare l’imminente collasso della filiera devono essere previsti: “Il pagamento entro il 15 novembre del contributo a fondo perduto per tour operator e agenzie di viaggi già stanziato con superamento delle soglie europee del Temporary Framework; il rifinanziamento per le perdite di fatturato da agosto a dicembre 2020; azzeramento tasse, imposte e contributi per tutto il 2020 e fino a giugno 2021; ammortizzatori sociali estesi a giugno prossimo; incremento della dotazione del fondo a copertura dei rimborsi ai viaggiatori per i voucher emessi da operatori insolventi o falliti”. Le tre sigle, rappresentative del turismo organizzato, hanno chiesto con urgenza un incontro al Presidente del Consiglio e al ministro dell’Economia e delle Finanze “per la presa in carico della situazione, così come fatto per le attività che subiranno limitazioni con il nuovo dpcm”.
VERSO UNA NUOVA MANIFESTAZIONE DI PIAZZA. Intanto Maavi torna a minacciare in rete una nuova manifestazione nazionale che potrebbe prendere luogo a Roma i primi di novembre, e che farebbe seguito a una lettera aperta in cui si ribadisce la necessità di ricevere aiuti e a una prima protesta di piazza a Milano, a opera della delegazione lombarda del movimento autonomo delle adv (mercoledì 28 ottobre alle 10, a Piazza Città di Lombardia).
«Il nuovo dpcm, fatto sull’onda di decisioni un po’ scriteriate, a noi cambia poco. Di fatto noi siamo immobili e immobili resteremo – ha spiegato la presidente Enrica Montanucci – La mia lettera aperta è un grido di protesta che vuole ribadire al governo che siamo fermi da dieci mesi: è finito il tempo di far finta di non sentirci. C’è quindi la necessita di una nuova protesta gigante, che spero venga sostenuta dalle associazioni. È scandaloso l’atteggiamento del governo di fronte al nostro settore».
DOCCIA FREDDA PER HOTEL, EVENTI E PARCHI. Mentre il nuovo dpcm chiude i parchi divertimenti, con l’Associazione Parchi Permanenti Italiani che annuncia una dura protesta a difesa di un comparto che ogni anno genera 60mila posti di lavoro, tra occupati fissi, stagionali e indotto, nessun cenno di ripresa nemmeno gli hotel.
«Siamo davanti a una serie di misure che portano gli alberghi al fermo pressoché totale delle attività – dichiara Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi – Tutto questo pur avendo in questi mesi attivato misure e investimenti che hanno reso le strutture alberghiere sicure e capaci di gestire al meglio anche il rischio sanitario. Dobbiamo convivere con il virus e gli operatori del settore sono in grado di fare la loro parte. Da marzo ad oggi gli alberghi hanno costruito e implementato processi che permettono di vivere il soggiorno in piena serenità e sicurezza. Il limite alla mobilità delle persone, il divieto di fare convegni, la chiusura dei centri benessere, ci costringe alla chiusura. Un colpo da cui molte aziende, già oggi in un equilibrio economico difficile per gli 8 mesi già trascorsi dall’inizio della crisi, potrebbero non riuscire a riprendersi».
Infine Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), guidata da Maurizio Danese, parla di un provvedimento “shock per il settore fieristico, per il quale serve un atto urgente con un intervento economico a fondo perduto. La sospensione immediata delle fiere non solo causa ulteriori ingenti danni a un settore già messo in ginocchio da una chiusura forzata da marzo al 1° settembre, ma è un’ulteriore mazzata economica per quartieri che avevano già avviato gli allestimenti per le manifestazioni che si dovevano tenere nei prossimi giorni. Le fiere richiedono tempi lunghi di preparazione e grandi investimenti sia per chi le realizza che per gli espositori e per le società che contribuiscono alla loro realizzazione e non si può chiudere il settore da un giorno all’altro».