Turismo montano, le strategie per ripartire tra comunicazione e sicurezza
Anche la montagna ha bisogno di una strategia comune per superare l’emergenza coronavirus: è il messaggio molto chiaro indirizzato al governo, ed emerso dal terzo appuntamento di Tempo di Rinascita, il palinsesto di conferenze digitali ideato dall’agenzia di comunicazione Doc-Com con esperti, amministratori locali e operatori del settore.
La prima risposta a questo appello è giunta dal presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci, che intervenendo alla videoconference ha anticipato: «Proprio questa settimana presenteremo al Mibact un piano turistico 2020 completamente rivoluzionato e aggiornato. Per metterlo in pratica al meglio credo che ci siano due lezioni da trarre da questa straordinaria situazione: la prima è evitare accordi bilaterali che indicherebbero una mancanza di solidarietà a livello europeo. Dobbiamo stringere patti almeno all’interno dell’area Schengen, evitando l’obbligo per i turisti di sottoporsi a una quarantena al loro ingresso in Italia. La seconda è che nel momento in cui ci proporremo sul mercato internazionale non dovremo confondere i turisti adottando protocolli sanitari differenti per ogni regione».
La situazione richiede dunque compattezza, con la consapevolezza che sarà una stagione ad alta competitività come ha spiegato Josep Ejarque, amministratore unico FTourism&Marketing: «Il mercato è dimezzato, ma le destinazioni che se lo contendono sono sempre altrettanto numerose. Con tale scenario la comunicazione trasparente sarà fondamentale, anche per rassicurare un mercato vulnerabile e bisognoso di garanzie. In breve, occorre preparare un vero piano di battaglia: ricostruire il prodotto destinazione a partire dei bisogni del nuovo turista, che chiede soprattutto sicurezza e una meta non massificata, con una sua identità».
Sulla compattezza c’è stata piena condivisione da parte di Valeria Ghezzi, presidente Anef che dopo aver premesso come il settore del turismo montano, fondamentale per l’indotto e l’economia di montagna, sia stato l’unico a non essere esplicitamente menzionato dai dpcm, ha sottolineato: «Occorrono regole chiare e uguali per tutti i comprensori, una strategia operativa che possa essere comunicata e utilizzata. Così potremo valorizzare i nostri punti di forza: offriamo viaggi brevi, cabine aerate, stazioni all’aperto, personale protetto e formato. E portiamo le persone in quota, tra montagne e aria pulita, dove è facile mantenere il distanziamento».
Il post Covid potrà anche essere un’occasione, come ha osservato Gabriella Morelli, direttore dell’ufficio regionale del turismo della Val d’Aosta:«Questa crisi potrebbe offrirci l’opportunità di intercettare una clientela nuova, desiderosa di ampi spazi e natura incontaminata. In Valle d’Aosta abbiamo un basso tasso di antropizzazione, con comuni poco abitati, strutture ricettive di dimensioni limitate, numeri gestibili che ci consentono di affrontare il problema con fiducia e puntare sul calore dell’accoglienza come fattore identitario forte. In questo contesto anche le seconde case acquistano un’importanza strategica inedita».
A parte le aspettative, però, c’è anche tanto realismo tra gli operatori di questo segmento d’offerta turistica, come ha testimoniato Marco Pappalardo, direttore marketing di Dolomiti Superski: «Sarà un’estate durissima ma se aspiriamo a essere un marchio forte dobbiamo resistere e mantenere la posizione. Punteremo sui nostri prodotti principali, le escursioni e la mountain bike. Dobbiamo fare passare un messaggio: le Dolomiti sono qui, noi ci siamo, continuiamo a essere importanti e a lavorare con tutta la filiera. È cruciale, inoltre, evitare di fare discounting sulle tariffe: la tentazione di abbassare i prezzi per conquistare una fetta di mercato è presente, ma alla lunga ci si ritorcerebbe contro».
Gli ha fatto eco Marco Rocca, amministratore delegato di Mottolino Fun Mountain Livigno: «Siamo in difficoltà perché non possiamo comunicare la nostra data di apertura. Chiediamo al governo di inserire la questione in agenda e risolvere al più presto la situazione. Riguardo poi alle aspettative di stagione, la nostra località è sinonimo di turismo giovane, curioso e dinamico. Su questo target continueremo a lavorare, nell’ottica di superare l’estate nel modo migliore, ma non possiamo svenderci con politiche commerciali tese al ribasso».
«In questa situazione di grave incertezza – ha concluso Stefano Illing, presidente del consorzio Cortina Delicious – dobbiamo tenere a mente un elemento importante: in montagna la dimensione del turismo è individuale, ma la filiera deve dare una risposta di gruppo, di sistema».