by Claudia Ceci | 11 Maggio 2021 11:17
C’è un insieme di attività turistiche svolte sul mare e sulla costa a cui l’Italia sta dando e dovrebbe dare sempre maggiore attenzione. È il turismo nautico, nuova frontiera della blue economy con 140 miliardi di valore, tra i protagonisti della Bit Digital Edition.
Letyourboat, il marketplace per le esperienze in barca, ha organizzato nella piazza virtuale di Start Up Turismo il convegno “Il turismo nautico come nuova frontiera della blue economy” per discutere delle nuove opportunità del settore.
L’amministratore delegato di Letyourboat Walter Vassallo, moderatore dell’incontro, illustra come il fulcro di questo business sia il marina (ovvero il porto turistico), «fonte di crescita per la blue economy, occupazione e reddito, allargamento della domanda, incremento del turismo nautico e costiero. Sta crescendo molto la domanda del turismo esperienziale ed è tempo di esplorare le opportunità per i marina di rinnovarsi, esaltandone potenzialità e servizi, e di promuovere la sostenibilità del turismo nautico. Chi si occupa di barche è chiamato a collaborare con i porti turistici per dargli visibilità, fargli superare la stagionalità, aumentare i servizi offerti. Per creare posti di lavoro e far crescere la blue economy. Lo stiamo facendo con iniziative di comarketing e con la commercializzazione dei servizi turistici, attraverso un’azione che mobilità l’intero sistema locale per un’accoglienza turistica integrata. Abbiamo per esempio introdotto nei porti la figura del guest assistant, che può occuparsi di check in, check out, pulizie di bordo».
La parola passa poi a Giovanni Acampora, presidente Assonautica, che anticipa i dati nazionali Unioncamere di settore, ancora inediti. Attualmente sono 208.606 le imprese iscritte nei registri camerali e il settore che maggiormente contribuisce alla blue economy è proprio quello del turismo con 95.933 imprese, che rappresentano il 30,9% del valore aggiunto prodotto, circa 14,4 miliardi di euro, con il 38,1% dell’occupazione. «Di fronte a questi dati dobbiamo capire quale sarà il volano di sviluppo di questa economia anche a livello europeo e fare sinergia – dice – L’economia del mare nel sistema nazionale ha una rilevanza fondamentale in un Paese come il nostro che ha oltre 7.460 chilometri di costa, con 15 Regioni e 600 comuni affacciati sul mare, e 5.000 siti di balneazione (sui 13mila totali europei) che ci vedono primi in Europa per spiagge e baie».
Giancarlo Vinacci, promotore del Blue Economy Summit ribadisce il valore del comparto: «La blue economy con l’indotto arriva a rappresentare quasi il 10% del Pil Italiano: 140 miliardi, e ci sono dei settori che vanno ancora sviluppati». A questo proposito, si sofferma sullo static charter, la possibilità di noleggiare le imbarcazioni all’ormeggio, core business di Letyourboat. «Attualmente il noleggio delle imbarcazioni da ferme, è sottoposto alle stesse regole dalla navigazione – afferma – questo è un freno per lo sviluppo della blue economy e del turismo italiano, un cavillo che se muta può liberare un nuovo asset del turismo in Italia. Bisognerà intervenire a livello normativo. Penso alle tante house boat in Europa. Non deve esserci il vincolo di armare la barca, se serve per un semplice soggiorno in porto. Tra l’altro gli hotel galleggianti in Italia andrebbero valorizzati, anche perché spesso abbiamo problemi con i posti letto degli alberghi in caso di eventi importanti. Inoltre si possono mettere a reddito piccole e medie imbarcazioni che di solito sono solo fonte di spesa».
Bruno Santori, vice presidente Assonat, associazione che riunisce porti e approdi turistici, fa osservare che da anni il settore soffre nei marina. «Purtroppo soffriamo di una distorsione percettiva nei confronti delle marine e del turismo nautico. Nei Paesi che hanno saputo promuovere una cultura marinaresca, ci sono partnership tra stato e concessionari, ovvero i porti. Oggi sono vittime di uno tsunami finanziario che non ha tenuto conto del valore aggiunto e della funzione dei porti turistici per i territori di riferimento. Il tema della nautica da diporto è stato maltrattato finora».
Angelo Basso, presidente di Europa Tourist group, porta l’esempio di un’attività turistica innovativa, già affermata in Nord Europa, Stati Uniti e Canada: le house boat come strutture ricettive, offerta inedita che ha il suo esempio nel Marina Azzurra Resort a Lignano: «Prevediamo il pernottamento degli ospiti a bordo delle imbarcazioni nello specchio acque opportunamente attrezzato; abbiamo 88 house boat la cui forma ricorda i casoni dei pescatori e il battello ristorante, che viene anche utilizzato per la navigazione del fiume Tagliamento».
Fabrizio Badalucco, ad di Triscovery, presenta poi il marketplace gestionale che mette in contatto armatori di escursioni in barca con i turisti che vogliono scoprire i territori balneari, un’azienda votata all’accessibilità e alla destagionalizzazione, che stringe il rapporto tra turismo esperienziale e lo sviluppo sinergico dei territori. «Il turismo esperienziale nautico è una nicchia della blue economy accessibile – sottolinea – È alla portata di tutte le tasche. Pensiamo per esempio ai tour in giornata».
In chiusura Mattia Montaldo, armatore, charter e host advisory board di Letyourboat, commenta positivamente tutte queste nuove forme di turismo proprio per il loro supporto al superamento della stagionalità, uno degli obiettivi più importanti del comparto. «Il fatto di poter operare non solo tra maggio e settembre è fondamentale – dice – Poter fornire anche un turismo balneare statico abbatte i costi per noi armatori, con i pernottamenti e la figura del guest assistant».
L’obiettivo, chiude Vassallo, «è far innamorare più persone possibile della barca».
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