L’associazione Turismo per l’Italia non ha voluto mancare il suo primo appuntamento fieristico portando a Rimini le sue proposte e le sue idee per il settore.
Prima di tutto, però, l’associazione fondata da Stefano Crugnola ha voluto precisare che Turismo per l’Italia non è un sindacato, quindi non va in concorrenza con chi rappresenta i lavoratori del turismo. Non è nemmeno un’associazione di categoria, ma guarda con molta apprensione il futuro del settore e le incognite che derivano da finanziamenti sulla carta teorici e poco convincenti che, sino ad oggi, non hanno risolto i problemi delle categorie turistiche. Se a questo si aggiunge l’incertezza legata ai nuovi decreti, ulteriormente restrittivi in tema di congressi ed eventi, la situazione è ancora peggiore rispetto a pochi giorni fa.
Al Ttg sono state presentate due novità: la consulta tecnica, nella quale verranno affrontati tutti gli aspetti normativi da correggere, portando delle proposte di modifica, e le tematiche tecniche di ciascuna professione; il Comitato delle Regioni, un insieme di referenti regionali e territoriali, che si relazioneranno con gli operatori turistici locali e che interagiscano con i Comuni e le Regioni.
Il comparto del turismo vive di programmazione, è un’industria diffusa, inclusiva, un motore economico di una portata unica. Un sistema complesso che impiega donne e giovani come nessun altro comparto nel nostro Paese ma di cui, le previsioni più rosee di flessione fanno ipotizzare una perdita di circa il 30% dei posti di lavoro diretti o indiretti che vanno dalle adv ai t.o., ai trasporti, alle attività di eventi culturali e creativi, alle guide turistiche, ai commercianti ai ristoranti e agli hotel.
Ma la frenata di questo contesto globale che genera economie, dovuta alla flessione delle presenze turistiche non si arresta e comporta un impatto sociale più ampio che coinvolge anche i servizi, a causa anche della significativa riduzione delle entrate comunali per la minor riscossione delle tasse di soggiorno ripercuotendosi sui processi di inclusione professionale, giovani e donne in primis. Con il pericolo che il patrimonio di hotel e strutture rischia di non essere più italiano ma di finire in proprietà di comodo o malavitose.
Perché il turismo di prossimità sia quindi un’opportunità si deve fare ‘sistema’ ci si deve impegnare sulla capacità di rinnovamento di ciascuno; dal privato alle istituzioni e finanza, promuovere proposte formative sulla complessa materia turistica profilando un percorso per ‘nuovi e futuri’ professionisti del settore turismo. Ampliamo i corridoi di apertura di questo pensiero a quella parte d’Europa che può raggiungere il nostro Paese con mezzi propri, in attesa che le grandi compagnie aeree riassumano piloti ed hostess e rimettano in circolazione gli aerei ora parcheggiati.
Turismo per l’Italia pensa alla Cultura del Turismo come motore trainante di una nuova economia complessiva. Lavora a livello legislativo per colmare le lacune che producono abusivismo. Re-interpreta la conoscenza del paesaggio per attivare ecosistemi territoriali e politiche di rilancio del comparto turistico. Attraverso il coinvolgimento di cittadini, turisti, operatori sollecita le istituzioni affinché mettano a disposizione, adeguate misure di supporto economico e di alleggerimento fiscale per ridare la giusta dignità al turismo.