Italicares abbraccia Italia.it, prove tecniche di iperconnessione per il turismo sanitario. Una nicchia di mercato che, secondo un report della Fondazione Gimbe, solo nella mobilità interregionale vale circa 3,3 miliardi di euro, con le regioni del nord più attrattive rispetto a quelle del sud.
Per ottimizzare l’organizzazione di questo segmento turistico è stato allestito due anni fa dal ministero del Turismo, con un investimento di 1,5 milioni di euro, il portale Italicares, che fornisce informazioni sui sistemi sanitari locali e non solo. Ora questo presidio online verrà interconnesso con la piattaforma Italia.it.
Un’operazione con la quale – secondo quanto dichiarato dallo stesso ministro del Turismo, Daniela Santanchè – «si vuole garantire un’offerta completa e diversificata che possa rispondere alle esigenze di tutti i flussi turistici, in particolare dal Nord Europa. Il turismo sanitario rappresenta infatti un acceleratore importante di sviluppo di un territorio, in quanto legato all’attrattività e competitività di una nazione, anche nel settore sanitario, generando ricadute importanti sull’intero indotto.
Più che al turismo medico, tuttavia, il Mitur guarda allo sviluppo di quello del benessere, sfruttando «l’immenso patrimonio di acque termali presenti sul territorio nazionale e un clima sempre favorevole, che ci aiuta a favorire destagionalizzazione e differenziazione dell’offerta turistica».
Resta comunque il dato di fatto: il turismo sanitario, in Italia, è un fenomeno da seguire con attenzione, sia per l’indotto generato a beneficio del territorio nazionale, che per le potenzialità rispetto ai mercati esteri. Riguardo al profilo di chi sceglie questo tipo di turismo, ad esempio, nel rapporto del Censis “Migrare per curarsi” viene specificato che a muoversi dalla propria zona di residenza in cerca di cure migliori e più tempestive sono principalmente i bambini e i ragazzi. Ogni anno si spostano per sottoporsi a cure mediche e chirurgiche circa 71mila minori, ovviamente accompagnati quasi sempre da almeno uno dei due genitori.
TRA LE METE DOMESTICHE PRIMEGGIA LA LOMBARDIA
Tra le destinazioni più ricercate dagli italiani per il turismo sanitario interno spiccano le prime tre regioni in cui il settore è più sviluppato rispetto ad altre. Secondo il Referto al Parlamento sulla gestione finanziaria dei servizi sanitari regionali, in vetta c’è la Lombardia, che in 10 anni ha incassato 6,176 miliardi di euro in termini di indotto (alloggi, ristorazione, servizi vari, trasporti). A seguire Emilia-Romagna, con 3,347 miliardi di euro di incassi, e Toscana (1,336 miliardi. Quindi Veneto (1,138 miliardi) e, unico rappresentante del sud nella top 5, il Molise (271 miliardi). Poi Friuli-Venezia Giulia (148 miliardi), Umbria (58 miliardi) e Provincia autonoma di Bolzano (45 miliardi).
DESTINAZIONI ESTERE, C’È TANTO EST EUROPA
C’è poi l’altra faccia della medaglia, costituita dal turismo sanitario all’estero. In Europa è indicativo evidenziare come lo scenario delle mete più gettonate sia mutato negli ultimi 10 anni. Se nei dati sull’argomento pubblicati dal Parlamento europeo nel 2015 spiccavano i primati di cinque Paesi Ue (Germania, Francia, Polonia, Italia e Svezia), da quelli del 2022 pubblicati dal portale Care emerge che ci sono almeno cinque destinazioni emergenti, Polonia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca e Croazia che stanno raccogliendo crescenti consensi per la loro eccellenza nell’assistenza sanitaria e per le moderne infrastrutture mediche.
Nello scenario extra-europeo le destinazioni più frequentate sono India, Thailandia, Messico e Turchia. Una preferenza dettata soprattutto dall’ottimo rapporto tra la qualità dei servizi sanitari erogati e il prezzo. Non è un mistero che il risparmio sui costi per alcuni interventi sanitari – vedi ad esempio le cure odontoiatriche – possono fare la differenza e indurre molti italiani a compiere viaggi all’estero.