Anche se sono tra i turisti più corteggiati d’Europa, e ovviamente d’Italia, i cinesi non sono sempre i ben graditi. Le loro abitudini, i comportamenti, sono talvolta oggetto di critiche, spesso velate di perbenismo.
Alcuni albergatori romani, la cui richiesta è restare anonimi, hanno evidenziano come la maleducazione di certi ospiti cinesi può turbare la convivenza con clienti di altre nazionalità. I difetti principali? Innanzitutto la rumorosità. Sebbene per loro sia sinonimo di benessere, lo stato di ebbrezza, che si manifesta con schiamazzi e conversazioni ad alta voce, anche ai piani, induce sempre più spesso i direttori d’albergo a utilizzare l’accortezza di assegnare loro camere insonorizzate oppure, laddove non è possibile, stanze distanti da quelle di ospiti europei.
E ancora: le sigarette. Molti cinesi sono accaniti fumatori ed è bene fare attenzione di avere un certo numero di camere “smoking”, spesso richieste dai capigruppo.
C’è, infine, l’abitudine dei gruppi cinesi di “invadere’”nel vero senso della parola le lounge e gli ambienti. Alcuni albergatori ci hanno confidato che sarebbe opportuno, laddove possibile, allestire in hotel un vero e proprio “chinese corner” con amenity e bollitori in uno spazio che non comprometta il buon soggiorno di altri ospiti.
Una piccola minoranza dell’hôtellerie romana, invece, ha risolto alla radice il problema: non lavora con il mercato cinese, ma solo con gli europei. Altro che Occidentali’s Karma.