L’inno d’Italia e la platea in piedi (mano sul cuore? A noi che seguiamo i lavori dalla sala stampa lo schermo rimanda un’immagine un po’ buia e non è dato saperlo). “La meraviglia siamo noi, fieri di essere italiani“, recita il claim del video che celebra le bellezze italiche. Un’agenda fitta di panel ad alto tasso politico che fa sembrare l’evento un Consiglio di ministri in trasferta sulle rive del lago Maggiore.
È così che ha preso il via Meraviglia, gli Open. La due giorni sul turismo, meglio detta “Forum internazionale”, che ha portato a Baveno, in Piemonte, lo stato maggiore del governo Meloni (con la partecipazione sabato della stessa premier). Un battaglione capitanato da colei che questo evento ha fortemente voluto: il ministro del Turismo Daniela Santanchè che, incontrando i giornalisti prima dell’avvio dei lavori, non ha esitata a ritornare sull’ambizione più volte ribadita: l’Italia turistica «deve tornare sul primo gradino del podio nella classifica mondiale dei Paesi. Il forum ha come obiettivo quello di creare una grande squadra, tra ministero, assessori regionali, enti locali, stakeholder, imprenditori, perché tutti insieme dobbiamo vincere questa sfida che ci deve vedere protagonisti perché come bellezze in Italia non siamo secondi a nessuno».
«Quindi – ha aggiunto – l’obiettivo è lavorare insieme per costruire veramente un’industria del turismo che partecipi in maniera importante al nostro Prodotto interno lordo (Pil). Oggi contribuiamo con il 13%, ma puntiamo a crescere e lo potremo fare solo se sapremo creare una squadra. Ecco dunque il motivo di questo forum, per ascoltare ma anche per unirci: da soli si va veloci, ma insieme si va molto più lontano».
Il Forum Internazionale del Turismo vede alternarsi diversi ministri, affiancati da imprenditori di vari settori dell’industria italiana, dal turismo “puro” allo sport all’enogastronomia, insieme alle associazioni di categoria, per affrontare i nodi della travel industry da diversi punti di vista e connessioni con ambiti attigui, dal gusto alla formazione, dall’accessibilità a, naturalmente, il made in Italy.
L’apertura dei lavori ha visto anche la firma del protocollo d’intesa del ministero del Turismo con il presidente del Piemonte Alberto Cirio e il Comune di Stresa per il ripristino della funivia del Mottarone, dopo il grave incidente del 2021 in cui avevano perso la vita 14 persone. «La tragedia poteva offuscare l’ immagine della montagna in Italia e invece non sarà così. Questo contratto mette a disposizione le risorse necessarie, entro l’estate 2025 la funivia Stresa Mottarone verrà ripristinata», ha promesso Cirio.
Il primo ringraziamento di Santanchè è andato agli operatori e ai lavoratori «perché lavorare nel turismo è faticoso». E il ministro non ha taciuto sulle critiche: «Questa non è una passerella di ministri, ce ne sono tanti perché dobbiamo ricordare che il turismo è una materia trasversale, oltre che centrale. Oggi siamo un governo politico, siamo stati votati dagli italiani. Non basta avere un ministero con portafoglio, ma bisogna avere lo stesso sentire, e solo un governo politico e coeso può mettere insieme tutto questo. È stato un cambiamento importante rispetto alla passata legislatura».
Nel suo accalorato intervento, il ministro ha voluto fare un excursus della storia del turismo nel nostro Paese, dal boom degli Anni Cinquanta alla perdita di posizioni del Duemila. «Non abbiamo sentito i campanelli d’allarme, come l’orchestrina che continuava a suonare mentre il Titanic affondava. Cosa non è andato bene? Siamo qui per capirlo e per capire cosa fare. In primis una squadra». L’ambizione? Lo ha ripetuto ancora una volta: «Dobbiamo diventare la prima industria di questo Paese».
Come fare, dunque? «All’estero dobbiamo andare come Italia, per esempio con un padiglione nazionale, perché il made in Italy è famoso nel mondo. Dobbiamo diventare più fieri di essere italiani, parlare bene della nostra nazione». Agire compatti e diventare ambassador di patria, dunque.
E non sono mancate le frecciatine, pensando già a ipotetici titoli di giornale: «Dicono: “Santanchè vuole scippare il turismo alle Regioni”. Non è assolutamente così, nessuno vuole scippare nulla. Dobbiamo agire in maniera coordinata. Il ministero non può fare determinate cose che sono di competenza delle Regioni e viceversa. E per fugare i dubbi sul palco Santanchè chiama una nutrita delegazione di assessori regionali».
Focus poi sulla destagionalizzazione: con il turismo sportivo, congressuale, ma anche la capacità di fare prodotte turistiche diverse. «Perché – e qui fa un esempio – dal cicloturismo noi riceviamo 7 miliardi e la Germania 20?»
E per raggiungere la cima del podio a Baveno si è partiti dai dati attuali. L’industria turistica posiziona l’Italia al settimo posto in Europa per incidenza del settore sul Pil nazionale, piazzandosi davanti a competitor quali Francia e Germania. Le analisi svolte da OpenEconomics stimano un effetto diretto e indiretto della spesa turistica sul Pil annuo pari a circa 255 miliardi di euro, che corrispondono al 13% del Pil italiano e a un moltiplicatore di 2,5. L’attivazione diffusa e profonda delle catene del valore coinvolte dal turismo è responsabile in maniera diretta e indiretta della creazione di 3 milioni di posti di lavoro stabili, a tempo pieno, distribuiti su tutto il territorio nazionale.