Sul potenziale raddoppio della tassa di soggiorno è unanime la bocciatura da parte delle associazioni di categoria (anche quelle dell’extralberghiero). Dal prossimo anno, infatti, l’imposta potrà infatti arrivare fino alla somma di 10 euro per notte a persona – secondo quanto stabilito da un emendamento al Decreto fiscale approvato in Commissione Finanze alla Camera – per le città che hanno un numero di presenze di turisti oltre 20 volte il numero dei residenti e per i comuni che raddoppiano la popolazione per via delle elevate presenze di turisti.
«Esprimiamo il nostro disappunto per l’introduzione di un ennesimo balzello fiscale a carico dell’industria del turismo – dichiara la vice presidente vicario di Federturismo Confindustria, Marina Lalli – Il fenomeno del sovraffollamento delle destinazioni turistiche, a cui questa tassa vorrebbe porre rimedio, non si combatte a colpi di tasse a carico dei turisti o delle imprese, ma con una programmazione intelligente dei flussi da realizzarsi attraverso il coordinamento delle politiche di promozione e marketing, di attrattività dei territori, di gestione della domanda».
Per il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, inoltre «la manovra che avrebbe dovuto ridurre la pressione fiscale sembra contenere un unico intervento in materia di turismo: il raddoppio dell’imposta di soggiorno. Rimane in capo agli albergatori l’onere di riscuotere l’imposta e di sostenere in toto le relative spese (ad esempio le commissioni delle carte di credito), per di più con l’aggravante di un sistema sanzionatorio lunare, che punisce con sanzioni penali anche piccoli ritardi ed errori formali di minima entità. Sembrano spariti dai radar gli emendamenti dei relatori che erano trapelati venerdì scorso, in materia di riqualificazione delle strutture e di contrasto all’abusivismo. Nessuna notizia neanche in relazione alle misure di tutela per le imprese colpite dal fallimento di Thomas Cook, per le quali il mese scorso erano stati assunti in Parlamento impegni solenni».
Anche l’associazione Property Managers Italia, che rappresenta in Italia gli operatori dell’ospitalità residenziale legale, contesta con forza le ultime modifiche al decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio 2020. Una misura che per l’associazione non è accettabile, in quanto riduce la spesa dei turisti su un territorio, avvantaggia gli abusivi e carica di responsabilità gli operatori del settore. «Una norma che così concepita va a punire soprattutto il settore extralberghiero – spiega il presidente di Property Managers Italia, Stefano Bettanin – dove è noto come i turisti hanno una permanenza media più lunga rispetto al settore alberghiero. Una mossa miope che ci auguriamo venga corretta prima che questa legge arrivi all’approvazione definitiva, dato che rischia di incentivare l’abusivismo e minare la competitività della travel industry italiana».